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BERNALa nuova legge sulle lingue? «Per ora non serve»

16.12.16 - 15:30
A sostenerlo è il Consiglio federale. Ritiene che per ora mancano i presupposti per una nuova regolamentazione sulle lingue a livello federale
La nuova legge sulle lingue? «Per ora non serve»
A sostenerlo è il Consiglio federale. Ritiene che per ora mancano i presupposti per una nuova regolamentazione sulle lingue a livello federale

BERNA -  Viste le decisioni prese negli ultimi mesi a livello cantonale, per ora mancano i presupposti per una nuova regolamentazione sulle lingue a livello federale. Ne è convinto il Consiglio federale, che oggi ha preso atto dei risultati della procedura di consultazione sulla modifica della relativa legge.

Il governo ha quindi incaricato il Dipartimento federale dell'interno (DFI) di procedere a una nuova valutazione della situazione insieme ai Cantoni, qualora uno di essi dovesse discostarsi in maniera sostanziale dalla soluzione armonizzata per la questione linguistica.

Concretamente se l'insegnamento di un secondo idioma nazionale a partire dalle scuole elementari dovesse ancora essere messo in discussione, il governo si riserverebbe il diritto di intervenire in via sussidiaria, ha detto oggi in una conferenza stampa a Berna il consigliere federale Alain Berset.

Entro l'autunno del 2017 il DFI e la Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) si riuniranno nuovamente per discutere gli sviluppi.

Armonizzazione

L'esecutivo intende rafforzare la posizione delle lingue nazionali nell'insegnamento a livello di scuola dell'obbligo, che considera un atout per la Svizzera, e assicurarne l'armonizzazione. Per questo motivo, lo scorso luglio aveva avviato una consultazione sulla legge federale sulle lingue. Già allora il governo non aveva nascosto di privilegiare una variante che "stabilisca che l'insegnamento della seconda lingua nazionale deve iniziare nella scuola elementare e proseguire fino al termine della scuola media" .

In quel momento, l'idea di alcuni Cantoni tedescofoni di spostare l'insegnamento del francese dalle elementari alle medie aveva preoccupato il Consiglio federale. Nel frattempo Turgovia e Sciaffusa hanno respinto iniziative popolari che volevano bloccare il nuovo piano di studi per la Svizzera tedesca: le bocciature rappresentano una battuta d'arresto per i contrari all'insegnamento di una seconda lingua nazionale alle elementari. Anche il canton San Gallo in settembre si è espresso a favore di un'armonizzazione dell'insegnamento delle lingue, ha ricordato Berset.

Consultazione

Durante la consultazione la grande maggioranza dei Cantoni e diversi partiti hanno condiviso ampiamente il parere governativo secondo cui "la Costituzione autorizza e obbliga la Confederazione a intervenire sul piano legislativo se i Cantoni non dovessero adempiere il loro obbligo costituzionale di armonizzare il settore scolastico". "Ritengono tuttavia che attualmente un intervento della Confederazione sarebbe prematuro, eccessivo e politicamente inopportuno", ha tenuto a sottolineare Alain Berset.

Alcuni Cantoni - soprattutto svizzero tedeschi - e partiti (UDC e UDF) hanno invece respinto la modifica della legge per questioni di principio. Altri partiti (PBD, PS e Verdi, nonché PPD e PLR seppur con qualche riserva) e Cantoni, in particolare nella Svizzera latina, hanno ritenuto che "la Confederazione debba intervenire tempestivamente e con fermezza qualora la strategia linguistica stabilita di concerto dovesse essere messa in discussione da un Cantone".

Infine, diverse associazioni in particolare di docenti, si sono dette "a favore di un intervento immediato della Confederazione".

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