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FEDERALI 2023A lezione di sicurezza, prima che sia troppo tardi

13.10.23 - 16:41
  Valérie Anna Angela Camponovo, LEGA Vice Presidente Consiglio Comunale a Locarno. Federali 2023 Lista 14 Candidata 5
  Valérie Anna Angela Camponovo
A lezione di sicurezza, prima che sia troppo tardi
  Valérie Anna Angela Camponovo, LEGA Vice Presidente Consiglio Comunale a Locarno. Federali 2023 Lista 14 Candidata 5

 Il mondo è stato plasmato, nel corso degli ultimi decenni, da una notevole quantità di evoluzioni importanti a livello politico e sociale. All’articolato panorama degli assetti geopolitici internazionali, è andato ad aggiungersi nel tempo l’effetto di fenomeni come la globalizzazione, una mobilità senza confini delle persone e la diffusione capillare di una dimensione multiculturale. Nonostante si tratta di fattori che, a modo loro e in misura diversa, hanno portato molti aspetti positivi, hanno anche inevitabilmente reso il mondo sfaccettato, instabile, disomogeneo e meno sicuro. Questo mi ha portata a fare delle riflessioni, spinta anche dalla cronaca locale, e non solo, degli ultimi anni. Eventi drammatici che hanno colpito e scosso la consapevolezza di tutti i cittadini. Eventi che mi hanno ancor più resa cosciente e convinta che l’intero apparato dei servizi di sicurezza necessita di una totale riorganizzazione, così da essere pronti a fronteggiare in maniera efficace, il panorama di minacce, di fattori esterni, che sono sempre più vicini alla nostra realtà Ticinese. Perché dobbiamo smetterla di vivere dicendo “tanto da noi non succede mai niente”. L’incubo peggiore sarebbe un massacro scolastico, una sparatoria, o un altro incidente causato da armi da fuoco o da esplosivi, all'interno di un'istituzione scolastica, come una scuola o un'università. Questi episodi hanno acceso numerosi dibattiti politici riguardo al controllo delle armi e alle misure di prevenzione più stringenti nei confronti di atti di violenza perpetrati attraverso le armi. L'espressione “school shooting” viene comunemente usata per definire atti di violenza commessi tramite l'utilizzo di armi da fuoco da studenti o ex-studenti, ma anche da persone esterne, all'interno di una scuola. Gli Stati Uniti purtroppo ne detengono il triste record.

1927 - Stati Uniti, Massacro della Bath School (45 morti e 58 feriti)

1996 - Regno Unito, Massacro della scuola di Dunblane (18 morti e 10-12 feriti)

1999 - Stati Uniti, Massacro della Columbine High School (15 morti e 24 feriti)

2002 - Germania, Massacro di Erfurt (17 morti e 1 ferito)

2001 - Giappone, Strage di Osaka (8 morti e 15 feriti)

2004 - Russia - Cecenia, Strage di Beslan (334 morti di cui 186 minorenni e 727 feriti)

2007 - Stati Uniti, Massacro al Virginia Polytechnic Institute (33 morti e 23 feriti)

2007 - Finlandia, Massacro della scuola di Jokela (9 morti e 12 vittime)

2008 - Finlandia, Massacro della scuola di Kauhajoki (11 morti e 3 feriti)

2009 - Germania, Massacro di Winnenden (16 morti e 9 feriti)

2012 - Stati Uniti, Massacro alla Sandy Hook Elementary School (28 morti e 2 feriti)

2018 - Stati Uniti, Massacro alla Marjory Stoneman Douglas High School (17 morti e 17 feriti) 2022 - Stati Uniti, Massacro alla Robb Elementary School (22 morti e più di 18 feriti)

2023 - Stati Uniti, Massacro della Covenant School (7 morti e 1 ferito)

Ma non solo America.

Venerdì 13 ottobre 2023, Arras, Francia. Un individuo si introduce in un liceo seminando il panico. Armato di coltello, si è avventato contro allievi e personale, uccidendo un professore e ferendo almeno due persone.

Maggio 2023, Belgrado, Serbia. A poco più di 1000 km da noi. La Serbia è sotto shock per la strage in una scuola primaria, dove un allievo dell'istituto non ancora 14enne ha aperto il fuoco con la pistola del padre uccidendo sul colpo otto giovanissimi suoi coetanei e una guardia giurata, e ferendo altri sei ragazzi e una insegnante.

Maggio 2018, Commercio di Bellinzona, un ragazzo come tanti, 19 anni, intelligente, simpatico, altruista. Un diario, scritto a mano, dove da tempo progettava minuziosamente la sua vendetta. Una strage, un massacro, per urlare al mondo la propria rabbia perché non aveva successo con le ragazze e perché lo avevano licenziato dal posto di lavoro. Il giovane aveva sviluppato con ossessione un'azione stragista paramilitare pianificata nel minimo dettaglio e sventata, fortunatamente, soltanto 5 giorni prima della presunta azione. Una ventina di armi rinvenute a casa, buona parte delle quali ereditate e alcune comprate, fra cui vecchi moschetti e pistole, ma anche un fucile d’assalto Kalashnikov autentico. E con esse le munizioni.

Dal suo diario, scrupolosamente studiato in fase di inchiesta, sono emersi dettagli che fanno rabbrividire: “Voglio concentrarmi sulla vendetta che mi darà la pace dei sensi. Sono pronto a morire dopo aver fatto male agli altri. Desidero essere ricordato come una bomba ad orologeria che nessuno è riuscito a disinnescare”.

Tutto era stato preparato nei minimi dettagli dal giovane studente, che aveva addirittura già scritto un comunicato stampa da inviare ai media cantonali subito dopo la strage. Ma non solo. Il giovane voleva far sapere a tutto il mondo del suo gesto folle. Un comunicato, infatti, era pronto da inviare anche alle agenzie di stampa statunitensi.

In aula, dove verrà poi accusato di assassinio plurimo, sono stati mostrati dieci minuti di video da brividi. Dove si vede il giovane che si riprende e spiega il piano: “Ho deciso, la data è fissata. Questa mattina ho visto la mia vittima zero. Voglio dare un segnale forte, indimenticabile, che possa protrarsi nei secoli. Saranno tutti fatti a pezzi”.

Una strage sfiorata per un soffio, evitata soltanto grazie alla grande sensibilità di una rete di compagni, docenti, direzione e polizia, che ha saputo raccogliere gli indizi seminati dal giovane. Pensiamo a quante vite sarebbero state spezzate e allo sconforto in cui sarebbero finite diverse famiglie. Un atto di violenza di massa senza precedenti in Ticino.

Maggio 2023, Centro scolastico “ai Ronchini”, un 41enne svizzero domiciliato in Vallemaggia, custode delle scuole, viene ucciso con un’arma da fuoco da un 42enne svizzero domiciliato nel Locarnese. L'uomo che ha sparato era l'ex della attuale compagna della vittima. Il fatto è avvenuto nei pressi della palestra, che era fortunatamente vuota, mentre gli allievi erano in classe.

Ai nostri figli oltre alla cartella tutte le mattine mettiamo sulle spalle il peso di tantissime responsabilità, regole, disciplina, orari, compiti, obiettivi. Insegniamo loro fin da piccoli ad attraversare sulle strisce gialle, con tanto di gilet segnaletico, ad andare in bicicletta con il casco e a non accettare caramelle dagli sconosciuti. Questo prevalentemente sul tragitto casa-scuola, convinti che fra le mura scolastiche non possa succeder loro nulla di brutto. Perché convinti che la scuola sia un luogo sicuro, dove i nostri bambini trascorrono la maggior parte del tempo protetti da tutto e da tutti, credendo che la cosa peggiore che possa succedere loro è un brutto voto, un test andato male, un lavoretto non perfettamente riuscito.

Ma qualcuno pensa mai veramente a cosa potrebbe accadere se nelle nostre scuole si introducessero dei personaggi con delle cattive intenzioni?

La presenza di estranei potrebbe aumentare il rischio di incidenti o comportamenti inappropriati mettendo a rischio la sicurezza fisica dei bambini. Potrebbe venir violata loro la protezione dell'identità e della privacy tramite l’accesso non autorizzato a dati personali, scattando fotografie,…e sarebbe tutto molto velocemente condivisibile tramite i social, e la tecnologia odierna in generale. Qualcuno potrebbe introdursi all’interno di bagni, docce e palestre, causando ansia e disagio emotivo nei bambini e sollevando preoccupazioni sul rischio di abusi fisici e sessuali. Un ulteriore potenziale rischio sarebbe quello di aumentare il rischio di accesso a droghe, sigarette e alcool da parte degli allievi.

Non c’è da scandalizzarsi dal momento che siamo tutti consapevoli che i nostri giovanissimi sono già dei consumatori a partire dalle scuole medie e a volte anche alle elementari.Le porte principali delle scuole dovrebbero generalmente rimanere chiuse durante le lezioni per garantire la sicurezza e il controllo degli accessi. Solo il personale autorizzato, inclusi studenti e membri del corpo docente, dovrebbe avere accesso all'edificio, contribuendo così alla sicurezza e alla gestione dell'ambiente scolastico.

Mi preme sottolineare che la sicurezza nelle scuole non dovrebbe essere garantita solamente per prevenire l'accesso di estranei, ma anche, e soprattutto, in alcuni casi, per proteggere i bambini da parenti, e amici di famiglia. Dobbiamo considerare seriamente situazioni in cui uno dei genitori, all'interno di una discussione conflittuale con l'altro genitore, potrebbe prendere il bambino e portarlo via come atto di rivalsa. Questo tipo di comportamento potrebbe avere delle conseguenze gravi sul benessere del bambino, che invece dovrebbe essere sempre tutelato e protetto da situazioni dannose. La sicurezza nelle scuole diventa ancora più cruciale in contesti familiari complessi, poiché fornisce un ambiente neutrale e sicuro per i bambini, indipendentemente dalle dinamiche dei genitori.

Senza dimenticare che statisticamente purtroppo troppo spesso sono proprio le persone di cui i bambini dovrebbero potersi fidare che commettono abusi sui bambini. Siamo nel 2023 e nel mondo degli adulti si parla continuamente di cyber security, processi e misure di protezione progettate per ridurre il rischio di attacchi informatici.

Siamo bombardati da dibattiti sulla violenza psicologica, fisica, sullo stalking. Dal 2020 ci si protegge da qualsiasi forma di COVID e non. Ci proteggiamo mangiando bene, facendo sport,… Per accedere al posto di lavoro spesso e volentieri noi adulti dobbiamo avere una chiave, un badge, in alcuni posti ci sono delle reception dove viene controllato esattamente chi entra e chi esce.

Non vedo perché dove ci sono bambini indifesi, non si agisca in proporzione a quello che succede nel mondo dei grandi. Non voglio essere paranoica, o aggiungere delle paure ad un mondo che ne è già saturo. Ma ho sempre pensato che “prevenire è meglio che curare”. Non ho figli, ma credo fermamente che i nostri bambini siano il bene più prezioso che abbiamo. Sono il nostro futuro. Da proteggere sempre.

Non possiamo prevedere se e quando potrebbero succedere nuovamente “incidenti” più o meno gravi all’interno di una scuola. Ma possiamo sicuramente arginare il problema, o comunque prevenirne i riscontri peggiori adottando una politica più severa a livello di sicurezza. Importante la sicurezza degli edifici e ancora di più, la sicurezza psico-fisica. È fondamentale che le scuole adottino rigorose politiche di sicurezza e protocolli di accesso per proteggere i bambini da questi rischi. Gli sconosciuti e non, dovrebbero essere rigorosamente autorizzati e monitorati quando entrano in un ambiente scolastico, e i genitori dovrebbero essere informati in modo appropriato sulle politiche di sicurezza della scuola.

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