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FEDERALI 2023La difesa dell'ambiente e dell'economia passa anche dalle infrastrutture

04.10.23 - 15:29
Carola Barchi, candidata al Consiglio nazionale per LEA-Plrt.
Carola Barchi
Fonte CAROLA BARCHI
La difesa dell'ambiente e dell'economia passa anche dalle infrastrutture
Carola Barchi, candidata al Consiglio nazionale per LEA-Plrt.

Il 12 settembre scorso, sono andata ad ascoltare la bella conferenza che Giovanna Viscardi ha organizzato a Mendrisio sulle infrastrutture per la mobilità nel Mendrisiotto e ascoltato con grande piacere l'intervento del sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini e l'intervento del sindaco di Chiasso Bruno Arigoni, ma soprattutto l'intervento dell'economista Remigio Ratti.

Il docente dell'università di Friborgo Remigio Ratti ha detto a chiare lettere all'evento organizzato dalla Viscardi che bisogna capire molto bene che gli investimenti previsti nel fondo della confederazione per la ferrovia sono in gran parte per manutenzione e modernizzazione dell'attuale rete ferroviaria già esistente e che se si vogliono realizzare opere nuove, come il prolungamento a sud di Lugano di Alptransit bisognerà trovare un budget pari a 50 miliardi di franchi supplementari.

Io sono candidata in una lista di "accompagnamento" a quella ufficiale del Plr, ma come candidata della lista LEA -Libertà Energia Ambiente-, non posso esimermi da dire che in Svizzera negli ultimi 20 anni si è troppo lesinato con gli investimenti, sia in ambito ferroviario che stradale, come pure in ambito energetico, portando la nostra nazione a perdere terreno in rapporto ad altre nazioni europee sulla qualità e quantità di infrastrutture strategiche. In Francia, oramai, il Tgv o altavelocità ferroviaria ha una rete sul territorio di centinaia e centinaia di km, collegando non solo Lione a Parigi con l'altavelocità ferroviaria, ma anche Tolosa, Biarritz, Lille, Strasburgo, ecc. Anche un Paese come l'Italia che di norma non brilla per le sue infrastrutture, ha portato avanti l'altavelocità ferroviaria con più convinzione di noi, realizzando un'opera che collega Milano-Roma in 4 ore invece delle 8 e mezza di prima.

Noi svizzeri quando nel 1991 e nel 1992 per le votazioni su Alptransit e Ferrovia 2000 abbiamo massicciamente detto Si ai quesiti posti in votazione, c'era stato detto, nei dibattiti televisivi, che entro il 2030/2035 avremmo avuto Alptransit da Basilea a Chiasso (e in Ticino ciò avrebbe significato la realizzazione del prolungamento a sud, ma anche la realizzazione della galleria di circonvallazione del bellinzonese fra Gnosca e Sementina!).

Treni che viaggiano a 250 km/ora fra Basilea e Milano permettono collegamenti per i viaggiatori più veloci ed efficienti (e molto meno inquinanti degli aerei) e il collegamento fra il secondo porto d'Europa per traffico merci (dopo Rotterdam), ossia Genova, e Basilea vuol dire garantire una moderna ed efficace rete logistica, essenziale per approvvigionare le aziende dell'alto piano svizzero, tenendo presente che a Genova arrivano le merci che passano dal canale di Suez che provengono da tutta l'Asia (in primis Cina e India). I nostri telefonini, i nostri computer, molti dei nostri farmaci, passano dal canale di Suez, arrivano a Genova e poi vengono smistati in mezza Europa (purtroppo ancora troppo via camion, invece che col treno).Gli svizzeri e i ticinesi hanno votato 30 anni Si all'iniziativa delle Alpi che chiedeva di portare TUTTE le merci dalla strada alla ferrovia!! Dopo più di un quarto di secolo da quella votazione la volontà del popolo non è stata attuata!! Se vogliamo che le cittadine e i cittadini si riavvicinino alla politica e alle elezioni, iniziamo con l'attuare quello che la popolazione ha votato! Per attuare l'iniziativa delle Alpi e trasferire le merci dalla strada alla ferrovia, abbiamo un bisogno impellente di realizzare e completare Alptransit.

Come candidata al Consiglio nazionale sono molto conscia che le priorità della prossima legislatura, 2023/2027 della politica federale sono tre: rilancio e realizzazione di infrastrutture per la mobilità; investimenti per garantire l'approvvigionamento elettrico; e trovare una soluzione ai continui aumenti dei costi sanitari e dei premi della cassa malati.

Ma non si può concentrarsi solo sul secondo e terzo tema, perché una Svizzera fuori dall'Unione europea politicamente, non deve assolutamente significare una Svizzera e un Ticino isolato con il resto d'Europa a livello di trasporti e mobilità. Per l'ambiente caro a tutti noi, ma anche per l'economia abbiamo bisogno di una Svizzera e un Ticino connesso con il resto d'Europa in modo efficiente, veloce e moderno. Ecco perché per i prossimi 30 anni, come dice il professor Ratti, bisogna trovare 50 miliardi aggiuntivi per delle nuove infrastrutture per la mobilità. E iniziamo a trovarli, facendo diventare una priorità chiara e definita della legislatura 2023/2027 il completamento di Alptransit.

 

Carola Barchi, candidata al Consiglio nazionale per LEA-Plrt

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