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SVIZZERAApprovato l'accordo di libero scambio con la Cina

20.03.14 - 17:04
Con questa intesa si agevoleranno gli scambi e si rafforzerà la protezione della proprietà intellettuale e la certezza del diritto
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Approvato l'accordo di libero scambio con la Cina
Con questa intesa si agevoleranno gli scambi e si rafforzerà la protezione della proprietà intellettuale e la certezza del diritto

BERNA - Dopo il Nazionale, anche il Consiglio degli Stati - con 25 voti favorevoli, 3 contrari e 11 astenuti - ha approvato l'Accordo di libero scambio con la Cina. Le proposte della sinistra, che voleva che il trattato contemplasse riferimenti espliciti ai diritti umani e che fosse sottoposto a referendum facoltativo, sono state respinte.

L'accordo è molto importante per la politica economica estera della Svizzera, ha sostenuto il presidente della commissione preparatoria Felix Gutzwiller (PLR/ZH). La Cina è il terzo partner economico della Confederazione: nel 2012 le esportazioni hanno raggiunto 8 miliardi di franchi e le importazioni 10 miliardi.

Diritti umani - Con questa accordo si agevoleranno gli scambi e si rafforzerà la protezione della proprietà intellettuale e la certezza del diritto, ha affermato Gutzwiller. Anche lo sviluppo sostenibile e il rispetto dei diritti umani sono stati presi in considerazione e saranno valutati regolarmente, ha spiegato lo zurighese.

"L'accordo contiene invece gravi lacune", ha replicato l'ecologista Luc Recordon (VD), secondo il quale l'intesa va rinviata al Consiglio federale per evitare di lasciare aperta una porta a trattati di libero scambio al ribasso.

Per il vodese il governo avrebbe dovuto inserire esplicitamente nell'intesa norme vincolanti in materia di diritti umani e del lavoro. Inoltre, la Svizzera dovrebbe proporre la liberalizzazione dei servizi finanziari. La proposta di Recordon è però stata respinta con 24 voti contro 6 e 10 astenuti.

Compatibilità con iniziativa "immigrazione di massa" - Pure bocciata la proposta del presidente socialista Christian Levrat (PS/FR) che voleva rinviare l'accordo alla commissione preparatoria. Secondo il friburghese, la compatibilità del trattato con il nuovo articolo costituzionale contro l'immigrazione adottato lo scorso 9 febbraio non è certa.

Per Karin Keller-Sutter (PLR/SG), le possibilità date al personale cinese altamente qualificato di soggiornare in Svizzera al di fuori dai contingenti non rappresenta un problema essendo tale pratica severamente regolata. Il consigliere federale Johann Schneider-Ammann ha poi garantito che tale disposizione è compatibile con il nuovo articolo costituzionale.

Questo è il più importante accordo di libero scambio concluso dalla Svizzera da quello raggiunto con l'Ue nel 1972, ha poi aggiunto Schneider-Ammann. I diritti umani sono stati debitamente considerati ed è illusorio credere che nuovi negoziati darebbero migliori risultati, ha precisato il ministro dell'economia.

Niente referendum - I "senatori" hanno poi dovuto decidere - respingendo l'idea con 25 voti contro 16 e un astenuto - se sottoporre l'accordo a referendum facoltativo o meno. Tale facoltà è prevista solo per i trattati che hanno una durata indeterminata, questo accordo può essere denunciato con un preavviso di sei mesi.

L'intesa non prevede inoltre un'adesione a una organizzazione internazionale e non contiene disposizioni importanti o regole di diritto che implicano modifiche legislative, ha ricordato Schneider-Ammann.

L'accordo - L'intesa con la Cina ingloba numerosi settori: prodotti industriali, alcuni prodotti agricoli, regole d'origine, procedure doganali, agevolazioni commerciali, barriere non tariffarie al commercio, provvedimenti a protezione della politica commerciale e servizi.

È prevista anche la protezione della proprietà intellettuale, la promozione degli investimenti, la concorrenza, la trasparenza negli appalti pubblici, la collaborazione in ambito economico e tecnico e disposizioni di carattere istituzionale.

Il testo è frutto di due anni e mezzo di trattative, e la Svizzera ha ottenuto la difesa di diversi prodotti agricoli sensibili, ricevendo così anche l'appoggio dell'Unione svizzera dei contadini.

Ats

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