Le richieste di rimborso dell'IVA registrano un -5%. A Basilea anche -10%. L'esperto: «La differenza di prezzo si è ridotta»
ZURIGO / SINGEN (D) - Ciò che dopo l’abbandono della soglia minima del cambio franco-euro del 2015 sembrava una tendenza inarrestabile registra infine una battuta d’arresto: il turismo degli acquisti - almeno dalla Svizzera tedesca alla confinante Germania - è in calo. Lo rivelano i dati relativi alle richieste di rimborso dell’IVA presentate ai valichi con la Svizzera.
A Singen - responsabile per buona parte del confine con la Confederazione - nel 2018 sono state timbrate 10,21 milioni di dichiarazioni di esportazione, necessarie per ottenere il rimborso dell’IVA tedesca: si tratta del 5% in meno rispetto all’anno precedente. Nel circondario di Lörrach - al confine con Basilea - il calo è stato addirittura del 10%.
Ma perché gli acquisti in Germania sono diventati meno attrattivi per gli svizzero tedeschi? «In Svizzera l’aumento dei prezzi è stato contenuto mentre in Germania sono cresciuti in maniera più marcata», spiega a 20 Minuten l’esperto di commercio al dettaglio del Credit Suisse Sascha Jucker. Un ruolo l’ha giocato anche il cambio, con il franco che non è più così forte. Ciò «ha ulteriormente ridotto la differenza di prezzo».
A scoraggiare i turisti della spesa elvetici potrebbero essere state inoltre le lunghe colonne ai valichi e il traffico del sabato in città di confine tedesche come Costanza. Anche il martellamento sul tema del turismo degli acquisti potrebbe aver infine fatto la sua parte: Non si convincono più così facilmente i consumatori ad andare a fare acquisti all’estero», assicura Jucker.
L'ammontare degli acquisti all'estero degli svizzeri si attesta intorno ai 10 miliardi di franchi l'anno.