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SVIZZERAMercosur, un'analisi prima della firma

29.10.18 - 11:56
A chiederlo è una coalizione che include organizzazioni per lo sviluppo, di protezione dei consumatori e degli animali e contadine
Keystone
Mercosur, un'analisi prima della firma
A chiederlo è una coalizione che include organizzazioni per lo sviluppo, di protezione dei consumatori e degli animali e contadine

BERNA - Organizzazioni per lo sviluppo, di protezione dei consumatori e degli animali e contadine si sono raggruppate in una coalizione per chiedere un'analisi di sostenibilità in vista di un eventuale accordo di libero scambio con il Mercosur, il mercato comune dell'America meridionale.

«Non siamo di principio contro un accordo, ma vogliamo criteri vincolanti di sostenibilità, inclusi meccanismi di sanzioni», hanno sostenuto oggi in una conferenza stampa a Berna rappresentanti della coalizione. Un simile accordo - è stato rilevato - avrà ripercussioni sulle famiglie contadine e l'ambiente nei paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay), ma anche in Svizzera per l'agricoltura, gli impieghi nell'industria alimentare e i consumatori.

Alla coalizione aderiscono la comunità di lavoro Alliance Sud (Swissaid, Sacrificio Quaresimale, Pane per tutti, Helvetas, Caritas, Aces), l'Unione svizzera dei contadini (USC), il sindacato contadino Uniterre, la Federazione romanda dei consumatori, la Protezione svizzera degli animali (PSA), Greenpeace e Public Eye (ex Dichiarazione di Berna).

Finora a criticare l'accordo, che la Svizzera sta negoziando dal giugno 2017 nell'ambito dell'Associazione europea di libero scambio (AELS/EFTA), erano state per lo più voci singole. Scettico in particolare il mondo agricolo: lo scorso gennaio, l'USC aveva rifiutato di partecipare a un vertice indetto per febbraio dal consigliere federale Johann Schneider-Ammann.

Dopo una visita di una settimana nei paesi del Mercosur dal 29 aprile al 5 maggio scorsi, a capo di una delegazione comprendente esponenti della politica, dell'economia, della scienza, dell'educazione nonché - per la prima volta - dell'agricoltura, il ministro dell'economia si era detto convinto che un accordo di libero scambio avrebbe effetti positivi per l'economia svizzera. Il Mercosur, che rappresenta 260 milioni di consumatori, alletta soprattutto gli industriali elvetici.

La coalizione dice ora «sì, ma con riserve»: i prezzi d'acquisto nei paesi del Mercosur sono certo «sensazionalmente bassi», ma i rischi per consumatori, ambiente e protezione degli animali sono «estremamente alti». Per le organizzazioni che vi aderiscono è imperativo che l'accordo non vada neppure a scapito dei prodotti agricoli indigeni «sensibili». Esse auspicano dunque che la politica e la società discutano delle ripercussioni possibili e propongano soluzioni ragionevoli.

Per identificare i rischi - affermano - il Consiglio federale deve innanzitutto disporre un'analisi indipendente sulla sostenibilità. I risultati dovranno servire da base per i negoziati ed essere comunicati in modo trasparente e imparziale.

La coalizione chiede espressamente che l'accordo preveda un capitolo sulla sostenibilità, con obiettivi ambiziosi e misurabili. Esso dovrà pure includere meccanismi coercitivi di sanzioni.

D'altro canto, la Svizzera dovrà continuare ad acquistare soltanto soia senza organismi geneticamente modificati (ogm). Per non indebolire la protezione dei consumatori, che non vogliono  «prodotti dubbi nel piatto», i controlli e l'indicazione di provenienza dei prodotti importati dovranno inoltre essere migliorati.

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