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SVIZZERA / UNIONE EUROPEALa BNS potrebbe correre in aiuto alla BCE

02.12.14 - 10:47
La Banca nazionale svizzera potrebbe utilizzare le sue masse di euro per l'acquisto di obbligazioni dell'Eurozona
La BNS potrebbe correre in aiuto alla BCE
La Banca nazionale svizzera potrebbe utilizzare le sue masse di euro per l'acquisto di obbligazioni dell'Eurozona

BERNA - La Banca nazionale svizzera (BNS) potrebbe sostenere gli sforzi della Banca centrale europea (BCE) contro la deflazione, utilizzando le sue masse di euro per l'acquisto di obbligazioni dell'Eurozona, in particolare di Francia e Belgio. È quanto ritengono diversi analisti interrogati dalla Reuters.

I mercati si aspettano che la BCE lanci il prossimo anno un programma di acquisto di obbligazioni statali, che avrebbe tra l'altro lo scopo di indebolire l'euro. Ma una tale politica di quantitative easing (QE) - acquisto massiccio di titoli - metterebbe sotto pressione la politica monetaria della BNS, che tre anni or sono ha deciso di non tollerare un corso dell'euro inferiore a 1,20 franchi.

Gli analisti si aspettano che la BNS sarà presto costretta a intervenire sul mercato acquistando euro per evitare un rafforzamento del franco. Questi euro verrebbero poi investiti in debiti sovrani, scegliendo fra i paesi con i migliori rating.

L'istituto centrale elvetico - questo il ragionamento degli osservatori - non può però limitarsi a fare man bassa di Bund tedeschi, il cui rendimento è quasi nullo. Ciò rende appetibili le obbligazioni di altri paesi, Francia e Belgio in primis, spiega Michael Leister, responsabile della strategia dei tassi presso Commerzbank.

I titoli dei due paesi presentano infatti attualmente gli scarti di rendimento maggiori rispetto al Bund, se si limita la scelta agli stati della categoria "doppia A". Questo è infatti il massimo del rischio che le banche centrali possono assumersi nell'ambito di investimenti importanti.

Le speculazioni su un possibile intervento della BNS sul mercato dei cambi, dopo due anni di assenza, ha contribuito alla performance positiva delle obbligazioni francesi e belghe la scorsa settimana. Il rendimento a dieci anni dei bond francesi è sceso giovedì per la prima volta sotto l'1%.

Queste voci si sono intensificate da quando il franco ha raggiunto il suo livello più alto degli ultimi 26 mesi, sulla scia fra l'altro delle preoccupazioni legate al voto elvetico sull'aumento delle riserve auree della Banca nazionale. L'iniziativa "Salvate l'oro della Svizzera" è stata nel frattempo respinta, ma gli analisti ritengono che presto la soglia minima di 1,20 fissata il 6 settembre 2011 potrebbe essere nuovamente attaccata.

"Questo avrebbe come conseguenza una BNS più attiva, che punterebbe ad aumentare il bilancio e difendere il 'peg', il cambio minimo", afferma Peter Rosenstreich, responsabile dell'analisi delle divise presso Swissquote. Oggi i titoli "tripla A" costituiscono circa i due terzi degli averi in obbligazioni della Banca nazionale, mentre un terzo è a "doppia A".

Tra il settembre 2011 e il settembre 2012, nell'ambito della difesa del 'peg', la BNS ha visto le sue riserve di valuta estera lievitare a circa 460 miliardi di franchi, pari a circa il 70% del prodotto interno lordo svizzero. Oggi l'euro rappresenta circa il 45% delle sue riserve di valuta estera, contro il 57% al culmine della crisi nella zona euro, quando l'istituto intervenne in maniera massiccia.

Secondo Rosenstreich questa quota potrebbe tornare ad aumentare. "A medio termine assisteremo a un ritorno della pressione sul cambio euro/franco a causa della politica di espansione della BCE e dei deflussi di capitale dall'Eurozona". La BNS non pubblica i dettagli sui suoi attivi nella zona euro, ma precisa che circa il 73% dei suoi investimenti in valute estere avvengono attraverso titoli di stato.

Ats Reu

 

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