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SVIZZERA"Daniel H. aveva bevuto e aveva un aspetto dimesso"

24.02.12 - 07:05
Sabina aveva 20 anni quando nel 2009 ha incontrato un tale Dani H. L'uomo voleva sapere la sua taglia e le ha promesso un servizio fotografico di moda per tanti soldi. Due giorni dopo, è diventato uno degli omicidi più spietati della Svizzera.
Keystone (archivio)
"Daniel H. aveva bevuto e aveva un aspetto dimesso"
Sabina aveva 20 anni quando nel 2009 ha incontrato un tale Dani H. L'uomo voleva sapere la sua taglia e le ha promesso un servizio fotografico di moda per tanti soldi. Due giorni dopo, è diventato uno degli omicidi più spietati della Svizzera.

ZURIGO - Felpa con cappuccio, capellino e una birra in mano. Sabina (nome fittizio) si ricorda come se fosse ieri il momento in cui ha incontrato Dani H. il 2 marzo 2009 al Bellevue a Zurigo. "Aveva già bevuto e aveva un aspetto dimesso", ricorda Sabina, che oggi ha 23 anni. Era un lunedì e la studentessa voleva andare a bere qualcosa con la sua amica Nadine al bar Odeon.

Quello che è successo quella sera, è accaduto con almeno altre 110 ragazze tra gennaio e il 4 marzo 2009. L’omicida di Lucie Trezzini aveva infatti cercato di adescarle sempre con la stessa scusa. Prometteva loro un lavoro nel settore della moda e 500 franchi per un servizio fotografico. Per cercare di convincerle Dani H. cambiava sempre un po’ la storia che raccontava: una volta si trattava di foto di gioielli, una volta di foto pubblicitarie in un centro wellness, una volta di foto di moda.
Quel lunedì sera, Dani H. ha proposto a Sabina e Nadine di fare delle foto per un gioielliere.
 

"Dani H. ci ha quasi fatto pena"

Per le due amiche, però, la storia sembra dubbia. Per questo decidono di non accettare la proposta di Dani H. "Allora lui non ha mollato e ci ha seguite nel bar", racconta Sabina. Per convincere le due giovani, Dani H. racconta che suo padre è gioielliere e che ha bisogno di modelle per presentare le sue creazioni. Lo shooting si sarebbe tenuto durante il fine settimana, ma alle due ragazze viene chiesto di andare subito con lui a provare gli abiti previsti per le riprese.

"Abbiamo riso e gli abbiamo detto di raccontare queste favole ad altre donne oppure di rivolgersi a un agenzia seria per modelle». Anche se le due erano determinate e non gli credevano, Dani H. ha cercato di convincerle in tutti i modi, facendo quello che normalmente ogni bugiardo fa, farcendo la sua storia di tanti piccoli dettagli. «Ci ha fornito mille dettagli sulle foto», continua Sabina. Per esempio sui gioielli, sull’illuminazione, su come sarebbero state le foto e i vestiti.

A un certo punto, Dani H. prende un foglio e chiede la taglia delle due ragazze. Nonostante le amiche non credessero a una sola parola di quello che raccontava, hanno continuato ad intrattenersi con il giovane fornendo diverse informazioni su di loro. «Eravamo in un bar e ci sentivamo sicure e comunque lui non sembrava per niente pericoloso». In ogni caso, il ragazzo non poteva essere preso sul serio a causa del suo aspetto poco curato e del suo nervosismo «Per noi era ovvio che aveva già consumato cocaina», dice Sabina. Non si sono fatte spaventare per un semplice motivo: «Era un tipo così dimesso che ci ha quasi fatto un po’ pena».

"Con le sue menzogne, Dani H. si è creato un mondo immaginario"

Per impressionare le due giovani donne, Daniel H. si è inventato tutta una serie di  storielle. Ha raccontato loro di essere cuoco ma di aver deciso di continuare a studiare e che al momento frequentava il Politecnico di Zurigo. "Quando poi però gli abbiamo chiesto in che facoltà studiava, ci ha detto un dipartimento che al poli non esiste nemmeno», afferma Sabina. E il ragazzo ha continuato a commettere errori, per esempio dicendo che in quel momento era in vacanza perché non c’erano corsi. Invece il semestre era già cominciato da qualche settimana. «Con tutte quelle menzogne, si è creato un mondo immaginario".

A un certo punto, esaurite le tematiche di discussione, Daniel H. perde la voglia di continuare ad intrattenere le ragazze, prende il suo zaino e se ne va. «Ci ha detto che avrebbe chiamato il suo taxi personale per farsi portare a casa», ricorda Sabina. Ma prima di congedarsi consegna il suo biglietto da visita alle due amiche, aggiungendo di chiamare se avessero cambiato idea. In quel momento, Dani H. non ha di certo la più pallida idea che proprio quei biglietti da visita avrebbero fornito un aiuto fondamentale agli inquirenti qualche giorno dopo.
 

"Non mi è mai sembrato violento e pericoloso"

Il sabato della stessa settimana, Sabina va a trovare i suoi genitori a Pfäffikon nel canton Svitto. Nella stazione di Zurigo vede gli annunci con la foto di Lucie, la ragazza di 16 anni scomparsa tre giorni prima. Sugli annunci si legge che Lucie aveva parlato con un’amica mercoledì sera, raccontandole di andare a fare un servizio fotografico con uno sconosciuto. "Quando ho sentito della storia delle riprese fotografiche ho chiamato subito la polizia e ho descritto Daniel H.". Sabina si ricorda del biglietto da visita e fornisce le informazioni alle autorità. La stessa sera, la polizia trova il corpo senza vita di Lucie nell’appartamento di Dani H. a Rieden, nel canton Argovia. La ragazza alla pari romanda viene rinvenuta con la gola tagliata nella doccia del cuoco 28enne. Lunedì 9 marzo, Daniel H. si consegna alla polizia della città di Zurigo.

"Quando ho realizzato che l’uomo con cui abbiamo chiacchierato in quel bar aveva ucciso barbaramente una 16enne sono rimasta senza parole", afferma Sabina. Nel bar Odeon di Zurigo, Daniel H. non le era mai sembrato un tipo violento o pericoloso. "Siamo state molto fortunate. Ci siamo salvate perché abbiamo capito che mentiva e che faceva uso di droga", conclude Sabina.
ANN/MMI
 

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