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GERMANIA / SVIZZERA«Abusata sessualmente da mio zio, Maximilian Schell»

27.09.23 - 14:31
La rivelazione è contenuta nell'autobiografia della nipote Marie-Theres Relin, figlia dell'attrice Maria Schell
IMAGO / FUTURE IMAGE - LUMMA FOTO
Marie-Theres Relin e lo zio Maximilian Schell.
Marie-Theres Relin e lo zio Maximilian Schell.
«Abusata sessualmente da mio zio, Maximilian Schell»
La rivelazione è contenuta nell'autobiografia della nipote Marie-Theres Relin, figlia dell'attrice Maria Schell

BERLINO - Un segreto di famiglia a lungo custodito in silenzio e che ora, messo nero su bianco nelle pagine di un libro, viene a galla: l'attrice e autrice tedesca Marie-Theres Relin accusa lo zio, il celebre attore Maximilian Schell, di avere abusato sessualmente di lei. All'epoca del presunto episodio lei avrebbe avuto solamente 14 anni.

Nella sua autobiografia Relin, 57 anni, parla soprattutto della relazione fallimentare con l'ex Franz Xaver Kroetz. Ma poi, riferisce il magazine tedesco "Bunte", getta luce su un episodio oscuro, che sarebbe stato commesso dall'artista austriaco (ma con passaporto svizzero) scomparso nel 2014, premio Oscar 1962 per la sua interpretazione in "Vincitori e vinti".

«Quando avevo quattordici anni, sono stata abusata sessualmente, sedotta e deflorata da mio zio, senza violenza, ma contro la mia volontà», scrive Reling, che accusa il resto della famiglia: nessuno avrebbe mosso un dito per difenderla, compresa la madre Maria (anche lei attrice famosa). «Mia madre, con la sua stupida adorazione degli uomini, aveva, per così dire, incoraggiato le tendenze pedofile», del fratello, afferma oggi Relin. I fantasmi del passato pesano ancora oggi su di lei. «Ho rinnegato me stessa – per amore della pace... l'onnipotente famiglia famosa mi sta col fiato sul collo, togliendomi il respiro».

Il Blick, nel riferire la notizia dei presunti abusi, ricorda alcune dichiarazioni di Schell che fecero molto discutere, poco prima della sua morte. «Tutti sognano o pensano a cose che non farebbero mai, ad esempio allo stupro», disse nel 2014, nel corso del talk show tedesco "Kölner Treff". «Lo stupratore deve divertirsi. Ma forse anche a lei piacerà». Frasi che generarono un'ondata d'indignazione e che portarono il manager di Schell a scusarsi. «Sicuramente non lo intendeva nel modo in cui è stato recepito dal pubblico» scrisse in un comunicato. La politica zurighese Natalie Rickli dichiarò all'Aargauer Zeitung: «Queste dichiarazioni sono uno schiaffo a tutte le vittime di stupro. Banalizzano l'abuso sessuale».

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