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SVIZZERACrimini d'odio, 4 su 10 per le origini

24.08.23 - 12:09
Pesano colore della pelle, etnia, sesso o orientamento sessuale. Sul fronte degli altri reati la rete si fa sempre più pericolosa
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Fonte Crime Survey
Crimini d'odio, 4 su 10 per le origini
Pesano colore della pelle, etnia, sesso o orientamento sessuale. Sul fronte degli altri reati la rete si fa sempre più pericolosa

ZURIGO - Fiducia nella polizia, calo di furti e rapine, ma crescita delle vittime dei "cyber-reati". È questo, in sintesi, il quadro che emerge dai dati del Crime Survey 2022, il sondaggio più vasto realizzato sino ad oggi sulle esperienze delle vittime di reati, che consente di identificare alcuni sviluppi in atto dal 2015.

«I risultati evidenziano, come pure la statistica criminale di polizia, un calo tendenziale dei reati contro la proprietà. Aumentano però le esperienze di vittime di reati online», sottolinea Nora Markwalder, professore all’Università di San Gallo e responsabile dello studio. Nel complesso, il Crime Survey 2022 evidenzia un trend positivo. Per esempio, in Svizzera più di 8 persone su 10 si sentono sicure (87,6 %). Questo valore è in continua crescita sin da quando è stato rilevato per la prima volta nel 2000, ed è cresciuto in modo significativo anche rispetto all’ultima rilevazione del 2015.

«Naturalmente, per noi questo esito è molto confortante e mostra che stiamo lavorando bene in molti campi. Tuttavia, il nostro obiettivo è di fare in modo che un numero ancora maggiore di persone si senta al sicuro in Svizzera», dichiara Mark Burkhard, presidente della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali della Svizzera (CCPCS), committente dello studio.

Il reato più citato è la truffa
Su 15'519 interpellati, l’8,4% ha dichiarato di aver subito una truffa nell’ultimo anno (in particolare frodi finanziarie, frodi sulle merci, truffe dell’amore). Dunque, la truffa è ormai il reato più citato in Svizzera, seguito dai cyber-reati (6,2%), dalle molestie sessuali (4,3%), dalle minacce (4,2%), dal furto di biciclette (3,9%) e dal furto di effetti personali (3,0%).

Per quasi tutti i reati, gli interpellati più giovani erano toccati più spesso rispetto ai più anziani.

Nelle esperienze riportate dalle vittime si sono notate anche differenze tra i sessi. Gli uomini subiscono più sovente estorsioni, truffe e reati violenti quali rapine, lesioni personali e minacce, mentre le donne riferiscono più frequentemente esperienze di molestie sessuali, violenza sessuale o stalking.

Per quanto riguarda i reati violenti non si possono fare paragoni con studi precedenti, poiché la loro rilevazione è stata profondamente modificata rispetto al passato. «Vie di fatto, lesioni personali o violenza sessuale sono reati che ogni anno colpiscono all’incirca l’1% della popolazione, o anche meno; minacce o molestie sono invece citate più di frequente», indica Dirk Baier, co-responsabile dello studio e professore all’Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW).

Le prime cifre sui crimini d’odio
Oltre a questi dati, lo studio rileva per la prima volta anche dati rappresentativi per la Svizzera sulla frequenza dei reati motivati da pregiudizi (cosiddetti crimini d’odio).

Agli interpellati è stato chiesto se il reato subito era legato alla loro appartenenza a un determinato gruppo di persone (colore della pelle, origini, sesso, orientamento sessuale ecc.). Il 3,4% ha riferito di aver subito nell’ultimo anno un’aggressione legata all’appartenenza a un gruppo, nella maggior parte dei casi consistente in ingiurie.

Nel 40,1% dei casi l’aggressione era legata alle origini della vittima, nel 17,7% dei casi al genere sessuale e nel 17,5% dei casi all’aspetto fisico.

«La polizia è molto attenta al tema dei crimini d’odio. Per questa ragione abbiamo anche commissionato uno studio approfondito», spiega Mark Burkhard. Tuttavia, si potranno formulare conclusioni affidabili su questa tendenza soltanto quando sarà possibile confrontare questi risultati con quelli di uno studio successivo.

«Già oggi sensibilizziamo i nostri collaboratori nell’ambito dei loro corsi di formazione e perfezionamento, preparandoli per affrontare questa sfida». Quest’opera di sensibilizzazione produce i suoi frutti, poiché le vittime che sporgono denuncia esprimono perlopiù un giudizio positivo circa il lavoro della polizia. Perciò, occorre incoraggiare le vittime di crimini d’odio a rivolgersi più spesso alla polizia.

La Prevenzione Svizzera della Criminalità, ad esempio, ha lanciato una campagna sul tema dei crimini d’odio che spiega in particolare alle vittime di questo genere di reati ciò che possono fare per difendersi.

Molte vittime di reati online
La crescente digitalizzazione non risparmia nemmeno la criminalità, e per questa ragione lo studio ha dedicato particolare attenzione anche ai reati online. E la popolazione svizzera ne è toccata intensamente.

Complessivamente, il 6,2% degli interpellati ha indicato di essere stata vittima nel corso dell’ultimo anno ad esempio di attacchi hacking, sfruttamento di dati relativi a carte di credito, perdita o danneggiamento di dati o attacchi ransomware.

Questa percentuale evidenzia un aumento di questi reati rispetto al sondaggio 2015. Il tasso di denuncia è invece molto basso: 9 reati su 10 non vengono denunciati alla polizia.

Per questa ragione, una parte importante dei cyber-reati rimane nell’ombra. Suisse ePolice ha reagito a questa situazione ammodernando la propria piattaforma. Grazie al nuovo modulo «Denunciare un caso di criminalità informatica» e alla possibilità conseguentemente offerta di sporgere denuncia online, per circa la metà dei reati cyber è possibile evitare di presentarsi al posto di polizia. In Svizzera, diversi Cantoni hanno già attivato questo modulo e altri vi provvederanno nei prossimi mesi.

Grande fiducia nella polizia
Lo studio riguardava anche l’atteggiamento della popolazione interpellata nei confronti della polizia. Ben 9 interpellati su 10 (92,4%) hanno indicato che si fidano della polizia. Più del 90% degli interpellati giudica da abbastanza buoni a eccellenti gli sforzi profusi dalla polizia per lottare contro la criminalità.

Inoltre, l’88,9% degli interpellati ha indicato di non aver avuto paura, negli ultimi 12 mesi, di cadere vittima di un reato.

A proposito del Crime Survey
Il Crime Survey 2022 è stato realizzato dall’Università di San Gallo e dall’Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW) su incarico della CCPCS. Lo studio, che si ricollega a precedenti studi nazionali dell’International Crime Victimization Survey (ICVS), si basa su un campione rappresentativo di 15 519 persone. Esso indaga sul sentimento di sicurezza soggettivo, sull’atteggiamento nei confronti della polizia e sulle esperienze della popolazione svizzera in quanto vittima di reati. In parte, questi reati non risultano nelle statistiche ufficiali, poiché non sono stati denunciati, e quindi possono essere messi in luce soltanto attraverso i cosiddetti sondaggi sulle zone grigie. Il sondaggio alla base dello studio è stato condotto dall’istituto di ricerca gfs-zürich tra il mese di maggio e il mese di agosto 2022. Il tasso di risposta è stato del 38,2 per cento.

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