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SAN GALLOUccise un 41enne e ne bruciò il corpo: «Fu assassinio»

11.11.20 - 12:13
Un cittadino serbo di 37 anni è stato condannato oggi a sedici anni di prigione e all'espulsione dalla Svizzera.
Polizia canton Turgovia (archivio)
La polizia turgoviese intervenuta sul luogo del ritrovamento del cadavere nel 2017.
La polizia turgoviese intervenuta sul luogo del ritrovamento del cadavere nel 2017.
Fonte ats
Uccise un 41enne e ne bruciò il corpo: «Fu assassinio»
Un cittadino serbo di 37 anni è stato condannato oggi a sedici anni di prigione e all'espulsione dalla Svizzera.
L'uomo ha ucciso un connazionale con cui aveva contratto dei debiti per poi dare fuoco al suo cadavere in una foresta turgoviese.

SAN GALLO - Il tribunale distrettuale di San Gallo ha condannato oggi un cittadino serbo di 37 anni a 16 anni di prigione per assassinio. Nel luglio del 2017, l'uomo avrebbe ucciso un connazionale con cui aveva contratto debiti e aveva dato fuoco al cadavere in una foresta.

Si è trattato di un processo indiziario e la sentenza non è ancora definitiva. Oltre alla pena detentiva, il tribunale ha ordinato l'espulsione dalla Svizzera del condannato, una volta scontata la pena, per un periodo 15 anni.

Il cadavere carbonizzato fu scoperto da una escursionista, il 16 luglio di tre anni fa, in un bosco del comune di Erlen, in Turgovia. La polizia si era rapidamente resa conto che si trattava di un 41enne serbo rimasto vittima di delitto.

Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, l'imputato voleva liberarsi del connazionale a causa d'ingenti debiti accumulati negli ambienti delle scommesse illegali che non era in grado di rimborsare. Il 37enne nega di aver ucciso il 41enne e ieri in aula si è rifiutato di rispondere. Il suo avvocato ne ha chiesto il proscioglimento.

La vittima era un 41enne che godeva di una certa fama in Serbia come campione di kickboxing, arricchitosi con le scommesse illegali. Secondo quanto ha dichiarato il procuratore che ha sostenuto l'accusa, più di una persona aveva debiti con il 41enne e la vittima si era fatta «molti nemici con la sua attività di buttafuori».

Il 37enne è stato giudicato colpevole sulla base del DNA e delle tracce di sangue trovate nella sua abitazione, dove in base all'atto d'accusa è avvenuto il delitto. L'imputato avrebbe in seguito portato il cadavere nel bosco e gli ha dato fuoco dopo averlo cosparso di benzina.

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