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SVIZZERAL'infermiera-killer rilasciata che poi ha finito per uccidere

05.08.19 - 06:05
Indagata dalle autorità svizzere per un'iniezione misteriosa nel 2006 a Uster(ZH) è stata condannata in Germania per omicidio. Fatti collegati?
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L'infermiera-killer rilasciata che poi ha finito per uccidere
Indagata dalle autorità svizzere per un'iniezione misteriosa nel 2006 a Uster(ZH) è stata condannata in Germania per omicidio. Fatti collegati?

ZURIGO - Ancora oggi non è chiaro chi sia stato a iniettare una dose di insulina in un paziente 84enne in degenza all'ospedale di Uster (ZH) che non soffriva nemmeno di diabete. L'uomo, andato poi in ipoglicemia, è stato salvato giusto in tempo dal personale ospedaliero, ma ha perso la vita due settimane più tardi in seguito alle complicazioni di una polmonite.

In sé, quindi, l'iniezione poteva essere letale ma non lo è stata, almeno in maniera diretta. Si trattò di tentato omicidio oppure di semplice negligenza? Era il 2006 e le indagini sul caso avevano identificato una sospettata: un'infermiera, allora 26enne, di nazionalità tedesca. Vista la mancanza di prove, però, dopo 3 settimane di fermo è stata rilasciata e il fascicolo è stato chiuso.

Oggi, tuttavia, la macchina giudiziaria si è riattivata in seguito a una sentenza tedesca riguardante la stessa donna, che oggi di anni ne ha 38, e che assieme all'ex-partner aveva assassinato a pugnalate una pensionata. Il delitto, risalente al 2017, potrebbe quindi aprire uno spiraglio su quella misteriosa iniezione di 13 anni fa.

Stando a quanto sentenziato dal giudice, infatti, la coppia «era affascinata dall'aspetto romantico dei serial killer e, appassionata della serie televisiva sulle coppie che uccidono “Killer Pairs”, avrebbe agito per emulazione». 

I due si erano conosciuti durante un ricovero in un istituto psichiatrico: lei vi si trovava in seguito a un periodo di depressione e abuso di alcolici, lui per depressione e schizofrenia.

Attualmente la donna si trova in prigione e la richiesta per un riesame in appello è stata cassata. Non è ancora chiaro se le indagini dal lato svizzero porteranno a un nuovo processo. Stando al procuratore Robert Hartmann «ci vorrà ancora un po' prima di capire esattamente come stanno le cose».

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