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VAUD / GRIGIONIIl Tribunale federale: «Quell'iraniano va naturalizzato»

06.08.18 - 13:10
L'uomo vive a Trimmis da quasi 30 anni, ma il comune grigionese aveva bocciato la sua richiesta con motivi «non pertinenti» a valutare il suo grado d'integrazione
Keystone
Il Tribunale federale: «Quell'iraniano va naturalizzato»
L'uomo vive a Trimmis da quasi 30 anni, ma il comune grigionese aveva bocciato la sua richiesta con motivi «non pertinenti» a valutare il suo grado d'integrazione

LOSANNA - Il Tribunale federale ordina al comune di Trimmis (GR) di naturalizzare un rifugiato iracheno domiciliato nei Grigioni da 30 anni. Le discussioni che hanno preceduto il rifiuto riguardavano aspetti non pertinenti per valutare il grado di integrazione dell'uomo, si spiega nella sentenza.

Nelle motivazioni pubblicate oggi, l'Alta Corte cassa una decisione del Tribunale amministrativo grigionese che confermava il voto negativo dell'assemblea patriziale (che riunisce i cittadini originari del comune) di Trimmis (GR) nel novembre 2016. Malgrado il preavviso favorevole, l'assemblea aveva negato per la seconda volta la naturalizzazione all'uomo sulla base di argomenti senza attinenza con i criteri obiettivi che devono essere esaminati in questi casi. Viste le circostanze, la decisione risulta arbitraria. Il TF ha quindi ordinato, in via del tutto eccezionale, al comune di concedere la naturalizzazione.

Il ricorrente è arrivato in Svizzera nel 1989. Da allora ha sempre abitato a Trimmis. Nel 2012 ha inoltrato un prima richiesta di naturalizzazione per lui e la figlia. Malgrado l'uomo soddisfacesse i criteri formali, il passaporto rossocrociato gli è stato negato ed è stato invece concesso alla figlia.

Dopo un primo ricorso, nel 2015 il TF ha ordinato al comune di Trimmis di chiarire alcuni punti riguardanti l'integrazione del ricorrente. Al termine di questa procedura, l'assemblea patriziale ha nuovamente respinto la richiesta di naturalizzazione.

L'Alta Corte, accogliendo il secondo ricorso dell'iracheno, ha ricordato che un rifiuto deve essere motivato. Durante la discussione, l'assemblea patriziale non ha valutato l'integrazione dell'uomo: gli interventi si sono concentrati sulle conseguenze di un voto negativo sulla reputazione del comune e sui precedenti ricorsi del candidato contro le decisioni della giustizia grigionese. Nel rifiuto formale comunicato al candidato si menzionava invece il fatto che non è membro di società locali, non è integrato nella vita sociale del comune e che non partecipa alle manifestazioni.

Le osservazioni dell'assemblea patriziale, stando all'Alta Corte, non sono pertinenti. Il TF ha quindi ordinato di annullare la precedente sentenza del Tribunale amministrativo grigionese e di rinviare il caso al comune con istruzione di concedere il passaporto svizzero al ricorrente.

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