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ARGOVIA«Detenzione a vita per Thomas N.»

14.03.18 - 09:53
La procuratrice titolare dell'inchiesta ricostruisce il delitto: «Non è chiaro e rimarrà poco chiaro cosa sia successo esattamente nella casa»
«Detenzione a vita per Thomas N.»
La procuratrice titolare dell'inchiesta ricostruisce il delitto: «Non è chiaro e rimarrà poco chiaro cosa sia successo esattamente nella casa»

LENZBURG - È iniziata la seconda giornata del processo per il quadruplo omicidio a Rupperswil. Oggi prenderanno parola i rappresentanti dell'accusa e  saranno annunciate le richieste di risarcimento e di pena.

La procuratrice titolare dell'inchiesta, Barbara Loppacher, è la prima a prendere parola. «Gran parte di questa vicenda lascia interdetti - afferma la procuratrice -. Chi è in grado di uccidere quattro persone con un coltello e dare fuoco alla casa? Tutti sono rimasti sorpresi nello scoprire chi era l'autore del delitto. L'imputato ha finto per anni di essere una persona di successo».

La pianificazione - Loppacher inizia a ripercorrere la pianificazione dell'atto criminale. «Ha notato il tredicenne Davin S. e ha incrociato il suo cammino più e più volte, apparentemente per caso. Ha studiato Davin e la sua famiglia». Thomas aveva acquistato degli utensili da usare come giocattoli sessuali. Quindi è andato oltre e, fingendosi uno psicologo scolastico, si è presentato a casa degli S. con una lettera affermando di voler indagare sul caso di una ragazza suicidatasi per colpa del bullismo. È riuscito ad entrare in quella casa grazie a un finto biglietto da visita. «Un trucco», come lo definisce la procuratrice.

Il delitto - Loppacher ricostruisce il delitto. N., da solo con Davin, lo ha minacciato con un coltello, lo ha legato ed è corso con lui da sua madre. Ha legato il fratello maggiore Dion e la ragazza di quest'ultimo, Simona F. Poi ha raccolto tutti i telefoni cellulari. Thomas inizialmente si è finto interessato solo al denaro. Più tardi ha costretto Carla S. a prelevare dei soldi in banca.

Al ritorno della madre Thomas ha prima abusato del tredicenne poi ha ucciso Dion tagliandogli la gola davanti alla sua ragazza. Lo stesso ha fatto con gli altri prima di dare fuoco all'abitazione. Ritornato a casa Thomas si era fatto una doccia, è andato a fare una passeggiata e la sera, con i colleghi, si è recato in un ristorante e in un casinò. Questa è, sottolinea la procuratrice, la versione di Thomas. «Non sappiamo ancora se le uccisioni siano avvenute in questo modo. Non è chiaro e rimarrà poco chiaro cosa sia successo esattamente nella casa».

«Un uomo senza scrupoli» - Loppacher ricorda come il 34enne abbia agito «senza scrupoli». Alla domanda su come avesse reagito la ragazza davanti all'uccisione di Dion Thomas aveva risposto: «Con puro orrore». Il fatto di aver rapito e rapinato le vittime per Loppacher è la prova del suo desiderio di esercitare «il proprio potere». La procuratrice chiede che l'imputato sia condannato per molteplici atti sessuali con fanciulli, coercizione sessuale e pornografia.

I nuovi progetti - Mentre la procuratrice parla i parenti delle vittime faticano a trattenere le lacrime. Barbara Loppacher passa quindi a raccontare gli atti preparatori per i nuovi "progetti" di Thomas. «Ha acquistato gli stessi oggetti usati a Rupperswil».

Su internet stava cercando altri ragazzi simili a Davin. Nel suo taccuino ha scritto i nomi di 11 ragazzi di età compresa tra 11 e 15 anni. «Ha preso di mira due ragazzi in particolare. E le rispettive famiglie». In un interrogatorio Thomas ha ammesso: «Ho iniziato a fremere. Sapevo che l'avrei fatto di nuovo».

«L'imputato aveva la chiara intenzione di ripetere con le due famiglie quanto fatto con la famiglia S. - aggiunge la procuratrice -. Ha scritto una nuova lettera e, armato di zaino, aveva già raggiunto la soglia di una delle due abitazioni che voleva colpire».

Loppacher parla quindi dei 1000 video e di 10'000 immagini con materiale pedopornografico. Questi mostrano esclusivamente atti sessuali con minori, per lo più ragazzi. «Si è preso ciò che voleva. Ha ucciso quattro persone solo perché ne aveva voglia». La procuratrice vuole evitare che la confessione possa avere un effetto attenuante per la pena che per lei deve essere massima: «l'ergastolo». Ma la punizione da sola non è sufficiente. Loppacher chiede «la detenzione a vita». Sulle perizie degli psichiatri quindi conclude: «Su una cosa convergono: è un pedofilo dall'alto rischio di recidiva».

A seguire sarà il turno dei cinque avvocati delle vittime. Complessivamente, i loro interventi si protrarranno per circa un'ora e mezza.

Sarà infine data parola all'avvocato dell'imputato e pure all'accusato sarà dato modo di esprimersi. La sentenza è prevista per venerdì.

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