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SAN GALLO«Domenica eravamo con lui, non aveva niente di strano»

24.10.17 - 21:04
Parlano gli amici del 17enne che domenica ha ferito 8 persone a Flums (SG): «Non era affatto una testa calda, siamo con lui»
20 Minuten
«Domenica eravamo con lui, non aveva niente di strano»
Parlano gli amici del 17enne che domenica ha ferito 8 persone a Flums (SG): «Non era affatto una testa calda, siamo con lui»

SAN GALLO - Prima dell'esplosione di follia e sangue stavano guardando video demenziali su YouTube con lui in un kebabbaro locale e non riescono a capacitarsene. B. S.* e A. A.*, entrambi 19enni, difendono il loro amico – che si trova ancora in ospedale – e che domenica, durante un raptus ha ferito 8 persone a colpi d'ascia a Flums (SG) prima di essere fermato dalla polizia.

I due smontano tutte le teorie esposte dalla stampa: ovvero che il 17enne fosse una testa calda già nel radar delle autorità e avesse una passione smodata e segreta per le armi: «Non era affatto un “capobanda” come dicono tutti, era una persona affidabile e premurosa. Si è integrato rapidamente nel nostro gruppo di amici anche se abita qui solo da 4 anni», raccontano a 20 Minuten i due.

S. e A. , che si autodefiniscono «i suoi due migliori amici», lo conoscono ormai da più di tre anni: «Domenica è stata una giornata fica», ricordano, «abbiamo guardato video scemi sul cellulare tutto il pomeriggio, abbiamo chiacchierato. Era impossibile immaginarsi cosa sarebbe successo dopo. E lo stesso vale per tutta la settimana, è stata tranquilla, non aveva nessun problema, era tranquillo».

Impiegato presso un'azienda di costruzione di Bad Ragaz (SG), secondo loro, non era affatto un «ragazzo selvaggio»: «Aveva iniziato a fare sport su consiglio di un altro nostro amico e stava bene, era anche un patito dell'aria aperta: faceva gite, stava sempre fuori». Ma c'era una cosa che non gli piaceva: «Odiava la sua terra d'origine, la Lettonia», confermano i due. «Vogliamo anche dirgli che siamo qui e siamo con lui», confermano i due ragazzi.

Un po' diverso il ritratto dell'aggressore fatto da un suo amico lettone di lungo corso: «Quando stava qui non aveva amici, solo me», ha raccontato il suo coetaneo, «amava alla follia i videogiochi sparatutto, parlavamo sempre di quello. A scuola ne combinava parecchie di scemenze ed è finito diverse volte dal direttore». Il ragazzo ha poi seguito la madre che si è trasferita a San Gallo per amore. «Di certo una cosa di lui si può dire: non era assolutamente un violento».

*Nomi noti alla redazione

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