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LUCERNADue anni al truffatore della "Zaire Connection"

10.05.17 - 23:59
L'uomo faceva parte di una banda di truffatori internazionali specializzati nel furto di ordini di bonifico
tipress
Due anni al truffatore della "Zaire Connection"
L'uomo faceva parte di una banda di truffatori internazionali specializzati nel furto di ordini di bonifico

LUCERNA - Il Tribunale penale di Lucerna ha condannato un congolese di 55 anni a due anni di carcere da scontare per ripetuta truffa e falsità in documenti. L'imputato faceva parte della cosiddetta Zaire Connection, una banda di truffatori internazionali specializzati nel furto di ordini di bonifico.

Nella sentenza pubblicata oggi, contro la quale è già stato annunciato un ricorso, il tribunale non riconosce l'imputazione di truffa per mestiere e riciclaggio di denaro perché a suo avviso il pubblico ministero, che chiedeva tre anni e mezzo di carcere, non le ha suffragate in modo sufficientemente concreto e circostanziato.

La Zaire Connection - così chiamata perché molti suoi componenti erano o sono originari della Repubblica democratica del Congo (ex Zaire) - aveva fatto parlare di sé in Svizzera in particolare tra la seconda metà degli anni '90 e i primi anni 2000, quando c'erano state centinaia di denunce, ma dovrebbe essere ancora attiva. "Gli autori, utilizzando falsi documenti d'identità, aprono conti bancari sui quali fanno confluire ordini di bonifico, rubati dalle cassette postali di ignare vittime ed abilmente modificati", spiega infatti la polizia cantonale ticinese sul suo sito, in cui dedica un'intera pagina al suo modo di operare.

L'uomo giudicato a Lucerna si era dedicato a questa attività illegale tra il dicembre 2009 e l'aprile 2010 in modo "intenso e irrispettoso", scrive il tribunale, rilevandone l'agire professionale e determinato. I pagamenti ottenuti in modo fraudolento hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 760'000 franchi.

L'imputato, pregiudicato, non è reo confesso. Ha anzi contestato ogni addebito in modo ostinato, nonostante le pesanti prove a suo carico, scrive il tribunale, che lo definisce "non cooperativo" e "impenitente".

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