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BERNAPillola contraccettiva, 14 donne morte dal 1991

11.11.13 - 17:04
Swissmedic mette in guardia sulle pillole di nuova generazione
Foto d'archivio (Keystone)
Pillola contraccettiva, 14 donne morte dal 1991
Swissmedic mette in guardia sulle pillole di nuova generazione

BERNA - Céline non è l'unica vittima in Svizzera. Ve lo ricordate il suo caso che impressionò tutto il Paese? La ragazza assunse la pillola concezionale "Yasmin". Assunzione che provocò alla ragazza una grave forma di embolia polmonare. Erano gli inizia del 2009 e la vita della ragazza fu rovinata.

Come riferisce oggi il Tages-Anzeiger dal 1991 ad oggi sarebbero almeno 14 le donne morte in Svizzera a causa dell’assunzione di una pillola contraccettiva.

Stando all'istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic due delle 14 morti registrate sarebbero avvenute nel corso di quest'anno. Le 14 vittime avevano un'età tra i 17 e i 49 anni. Cinque morti sarebbero da ricondurre all'assunzione di pillole contraccettive contenenti drospirenone, utilizzato per la costituzione di formulazioni farmaceutiche per il controllo della gravidanza. E tra queste soluzioni vi sarebbe anche la pillola Yasmin, prodotta dalla Bayer, assunta da Celine in quel tragico giorno del 2009.

La Bayer non ha voluto esprimersi sull'articolo apparso sul Tages-Anzeiger sui casi di morte e ha invitato a rivolgersi a Swissmedic. Inoltre la multinazionale dell'aspirina ha ricordato che nel foglietto illustrativo sono chiaramente indicati gli effetti collaterali della pillola.

Swissmedic conferma che l'assunzione di molte delle pillole anticoncezionali di nuova generazione presentano un elevato rischio di trombosi. Negli ultimi quattro anni sarebbero circa 800 le segnalazioni riguardanti questo tipo di effetto collaterale. Oltre duecento di esse riguarderebbero embolie polmonari.

Il caso Céline nel 2009 fece parlare tutta la Svizzera. L'allora 16enne assunse una pillola anticoncenzionale Yasmin che le provocò una embolia polmonare. Da allora la ragazza è gravemente disabile e necessita di cure e assistenza 24 ore su 24. La scorsa settimana il magazine d'informazione della tv di stato svizzero tedesca SRF "Rundschau" ha reso noto che la denuncia della famiglia nei confronti della casa farmaceutica è stata respinta dal Tribunale Distrettuale di Zurigo. Ora Céline è chiamata a pagare 120.000 franchi di risarcimento per spese processuali. Sua madre ha presentato ricorso.

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