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CAMERE FEDERALIA Berna si discute di violenza domestica, permessi e voto ai 16enni

28.02.24 - 07:34
La maggioranza dei cantoni è contraria a concedere ai minori di 18 anni di esprimere le proprie preferenze in votazione
keystone-sda.ch (PETER KLAUNZER)
Fonte Ats
A Berna si discute di violenza domestica, permessi e voto ai 16enni
La maggioranza dei cantoni è contraria a concedere ai minori di 18 anni di esprimere le proprie preferenze in votazione

BERNA - Riprendono stamane i lavori alle Camere federali, col Nazionale che si riunirà anche nel pomeriggio (fino alle 19.00). In prima battuta la camera del popolo si occuperà dei mutui per le scorte obbligatorie e i relativi crediti.

In seguito è prevista una lunga lista di interventi parlamentari di competenza del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca.

Voto ai sedicenni - Nel pomeriggio, il plenum si occuperà dell'iniziativa parlamentare che vorrebbe concedere il diritto di voto ai sedicenni. La commissione competente proporrà ancora una volta lo stralcio del progetto, giudicando impraticabile l'idea di dissociare la maggiore età civica e civile dal diritto di voto e di eleggibilità. I Cantoni sono anche in maggioranza contrari all'idea.

A livello cantonale, per il momento solo Glarona, in seguito a una decisione della Landsgemeinde del 2007, ha concesso il diritto di voto ai 16enni. Il Consiglio degli Stati ha sempre respinto il progetto.

Interessi di mora - Il Consiglio nazionale dovrebbe anche respingere, dopo averla approvata una prima volta, un'iniziativa parlamentare di Fabio Regazzi (Centro/TI) mediante la quale si chiede di adeguare gli interessi di mora - ora al 5% - a quelli di mercato.

Gli Stati hanno respinto di poco il progetto. La commissione preparatoria, dopo averlo sostenuto una prima volta, raccomanda al plenum di tornare sui propri passi e bocciarlo.

Infrastrutture vitali - Al Consiglio degli Stati (08.15-13.00), l'agenda dei lavori prevede in entrata l'iniziativa parlamentare che vorrebbe sottomettere le infrastrutture strategiche dell'economia energetica alla "Lex Koller". La commissione preparatoria proporrà la non entrata in materia.

Pur volendo evitare che imprese estere possano rilevare, in modo incontrollato, infrastrutture energetiche d'importanza strategica, la commissione giudica che nel frattempo la situazione sia cambiata: nel dicembre scorso, il Consiglio federale ha infatti trasmesso al Parlamento il disegno di legge federale sulla verifica degli investimenti esteri che si concentra sulle acquisizioni che rischiano di compromettere l'ordine o la sicurezza pubblici.

Il progetto prevede che le acquisizioni di imprese che operano in un settore critico (come le infrastrutture sanitarie, di telecomunicazioni o di trasporto) da parte di investitori esteri controllati da uno Stato debbano essere sottoposte a un obbligo di approvazione. Tra i settori critici il Consiglio federale annovera anche la produzione di elettricità, le condotte per il gas naturale e le reti elettriche.

Violenza domestica - Una volta liquidato questo tema, la camera dei cantoni dovrebbe approvare un progetto di legge, già accolto dal Nazionale, che intende migliorare la protezione delle vittime straniere di violenza domestica.

Concretamente, nella Legge federale sugli stranieri andrebbero estese le regole per i casi di rigore anche alle vittime di violenza domestica. Dopo un divorzio uno straniero può rimanere in Svizzera e prolungare il suo permesso di soggiorno a certe condizioni, ossia se l'unione è durata almeno tre anni e la persona interessata è ben integrata. Tuttavia, le condizioni sono difficili da soddisfare. La vittima deve provare che la violenza c'è stata. Per paura di perdere l'autorizzazione di soggiorno, alcune donne rimangono col coniuge violento.

In futuro, in caso di divorzio è previsto che i familiari dei titolari di un permesso di dimora (permesso B), di un permesso di soggiorno di breve durata (permesso L) nonché delle persone ammesse provvisoriamente (permesso F) possano rimanere in Svizzera se sono stati vittima di violenza domestica. Finora questi gruppi di persone potevano chiedere di rimanere, ma non pretenderlo legalmente. Tale diritto spettava solo ai familiari stranieri di cittadini svizzeri e di titolari di un permesso di domicilio (permesso C).

Oltre che alle persone che vivono in un'unione coniugale, la regolamentazione si applicherà anche a coloro che hanno contratto un'unione domestica registrata e ai concubini, nonché ai loro figli.

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