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BASILEA«Non mi credeva, doveva provare tutto il dolore che ho patito io»

30.01.24 - 23:31
Un paziente, danneggiato dopo un'operazione, ha cercato di vendicarsi del medico che gli fece togliere la rendita di invalidità.
Depositphotos
Fonte BaZ
«Non mi credeva, doveva provare tutto il dolore che ho patito io»
Un paziente, danneggiato dopo un'operazione, ha cercato di vendicarsi del medico che gli fece togliere la rendita di invalidità.

BASILEA - Una storia di dolore e tentata vendetta che però, dopo più di dieci anni, è finita in tribunale. Protagonisti un paziente e un dottore. Tutto comincia nel lontano 2010 quando un basilese viene ricoverato all’ospedale universitario della città per donare un organo.

Dopo l’intervento però insorgono seri problemi. L’uomo infatti inizia a soffrire di forti dolori che si capisce, dopo poco, essere causati da un danno arrecato al sistema nervoso proprio durante quell’operazione fatta per compiere un gesto di altruismo.

L’uomo, che fino ad allora lavorava e aveva anche una posizione di rilievo, precipita così in un vortice  di dolore e frustrazione. E a nulla serve il risarcimento da 50mila franchi che riesce ad ottenere. La sua vita cambia drasticamente, gli viene assegnata una rendita di invalidità ma ormai il dolore lo accompagna, così come l’incapacità di riuscire a trovare un nuovo lavoro confacente alle sue capacità. E nel corso degli anni sviluppa anche il disturbo da esasperazione post-traumatica (PTED). 

Ma le brutte notizie non finiscono e così quando un ennesimo colloquio di lavoro finisce male, in lui nasce, forte, il desiderio di vendetta. Vendetta verso quel dottore che, non credendo ai suoi dolori ricorrenti, con la sua diagnosi fece perdere all’uomo la somma riconosciuta a titolo di invalidità. Ecco allora che scatta il piano per vendicarsi del medico perché «volevo far provare anche a lui quello che provo io da anni: il dolore. Non mi credeva», ha detto l’uomo a processo proprio in questi giorni.

E dopo aver cercato l’indirizzo del medico, che nel frattempo si era trasferito in Germania, scrive una lettera di minacce il cui contenuto è stato definito in aula «volgare, disumano e assetato di sangue». A tale missiva fa seguito una mail in cui chiede il pagamento di 250mila euro altrimenti lo avrebbe ucciso. Mail che sono poi diventate sempre di più. Immediata è scattata la protezione della polizia che ha messo in essere un piano. Gli agenti hanno iniziato a rispondere all’uomo fingendosi il dottore, fino a identificare con precisione l’individuo che è così stato trovato e arrestato a Basilea. 

In tribunale l'uomo ha ammesso di aver inviato lettere minatorie. Il Ministero pubblico chiede una pena detentiva di quattro anni e undici mesi. L'avvocato difensore invece una multa e una terapia obbligatoria. La sentenza è attesa per martedì.  

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