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CAMERE FEDERALIIl Nazionale affonda i denti nella revisione della legge sul CO2

20.12.23 - 10:43
Il dibattito si preannuncia vivace, lungo e complesso. Tutto quello che dovete sapere.
keystone-sda.ch (ANTHONY ANEX)
Fonte Ats
Il Nazionale affonda i denti nella revisione della legge sul CO2
Il dibattito si preannuncia vivace, lungo e complesso. Tutto quello che dovete sapere.

BERNA - È iniziato al Nazionale il lungo dibattito riguardante la revisione della legge sul CO2. Stando a quanto è scaturito dall'esame commissionale, entro sette anni le emissioni di gas serra dovranno essere dimezzate rispetto al valore registrato nel 1990. Inoltre si vuole promuovere l'installazione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Il dossier era già stato trattato dagli Stati nel settembre scorso.

Elaborato dopo il "no" incassato in votazione popolare nel giugno 2021, il progetto governativo si riallaccia alla vigente legge sul CO2, prorogata dal Parlamento fino al 2024, e prevede misure per il periodo dal 2025 al 2030.

Il progetto consente alla Confederazione di investire negli anni in questione complessivamente circa 4,1 miliardi di franchi nella protezione del clima. Stando alla commissione preparatoria, l'aliquota di 120 franchi per tonnellata di CO2 rimane invariata, ma non ci saranno nuove tasse.

A differenza del Consiglio federale, la commissione intende mantenere la quota delle entrate a destinazione vincolata provenienti dalla tassa sul CO2 all'attuale 33% e non aumentarla al 49% al massimo. Al pari del Governo, la commissione preparatoria intende inoltre utilizzare per la promozione di energie rinnovabili al massimo 45 milioni di franchi provenienti dal prodotto della tassa sul CO2. Propone poi che con questi fondi si possano promuovere anche impianti di stoccaggio stagionale dell'energia.

Strutture di ricarica da promuovere

Contrariamente al Consiglio degli Stati, la commissione del Nazionale vuole sostenere l'installazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. Una parte delle entrate della tassa sugli oli minerali, al massimo 20 milioni l'anno, dovrebbe essere utilizzata in futuro per installazioni di base in case plurifamiliari, aziende e parcheggi pubblici. Una minoranza si oppone a una simile misura.

Al fine di agevolare la transizione verso sistemi di propulsione con un minore impatto climatico nel trasporto merci su strada, la commissione propone una riduzione della tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni differenziata in base alla tecnologia impiegata. Si dovrebbe tenere conto non soltanto degli autocarri elettrici e di quelli a idrogeno, ma anche di quelli alimentati da combustibili rinnovabili. Sempre che siano immessi sul mercato entro la fine del 2030, verranno tutti esentati parzialmente per otto anni. Una minoranza vuole limitare l'esenzione ai soli autocarri elettrici e a idrogeno.

Auto nuove e limiti emissioni

Circa le prescrizioni in materia di emissioni per veicoli nuovi, la commissione preparatoria, diversamente dagli Stati, ha stabilito obiettivi intermedi concreti per le automobili al fine di conseguire una riduzione annuale lineare: da 93,6 g di CO2/km nel 2025 a 49,5 g di CO2/km nel 2030. Una minoranza ha proposto di rinunciarvi.

Seguendo la Camera dei Cantoni, la commissione si è detta favorevole a includere l'impiego di carburanti rinnovabili nel calcolo delle emissioni di CO2 del parco veicoli nuovi. La maggioranza commissionale è favorevole a un'aliquota minima del 3% e, come gli Stati, limita i costi a 5 centesimi per litro di benzina o di diesel. Una minoranza respinge del tutto il suddetto obbligo.

Quanto all'obbligo di compensazione per gli importatori di carburante, la commissione propone un approccio più flessibile: il limite di 5 centesimi si dovrebbe applicare sulla media del periodo 2021-2030.

Jet privati, verso nuova imposta?

I voli di jet privati e d'affari con una massa pari o superiore a 5,7 tonnellate dovrebbero, infine, essere soggetti a una nuova imposta in Svizzera, stando alla commissione. L'ammontare dovrebbe essere compreso tra 500 e 3000 franchi per volo, da destinare a provvedimenti di protezione del clima.

Con questa imposta la commissione preparatoria vuole garantire che i voli privati e d'affari, che causano emissioni pro capite particolarmente elevate, forniscano un contributo finanziario aggiuntivo. Una minoranza respinge questa imposta, d'altronde già bocciata dagli Stati.

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