
BERNA - Sul mercato del lavoro svizzero la domanda e l'offerta sono sempre meno in sintonia: nonostante la sensibile disoccupazione non è mai stato così difficile coprire i posti vacanti, una tendenza che si sta accentuando.
A sottolineare il fenomeno è l'associazione dei lavoratori Impiegati Svizzeri, che si basa su dati raccolti da Dynajobs, azienda di Brugg (AG) attiva nel settore del reclutamento. Il relativo indice di penuria del personale è salito fra novembre e aprile del 262%, a fronte di una disoccupazione (calcolata in base ai criteri ILO, Ufficio internazionale del lavoro) del 5%. «Il paradossale sviluppo si acuisce ulteriormente: se da un lato le aziende licenziano dipendenti, dall'altro cercano nuovo personale diversamente qualificato», si legge nella nota.
L'era post covid - «L'era post-coronavirus è iniziata», afferma il Ceo di Dynajobs, Tino Senoner, citato nel comunicato. Le imprese cercano impiegati ed emerge una carenza in comparti come l'informatica, il commercio o le cure: in particolare in quest'ultimo segmento si rischia il collasso sul fronte del reclutamento. Le oscillazioni sul mercato sono sempre esistite, ma oggi stiamo assistendo a una situazione unica nella storia della Svizzera, sostiene Senoner.
L'importanza della formazione continua - Secondo Impiegati Svizzeri occorre intervenire rapidamente con la formazione continua: sono in corso colloqui con rappresentanti delle aziende, delle associazioni e con il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR).
Situazione precaria - Anche gli stessi lavoratori devono però muoversi. «La situazione è precaria», osserva Stefan Studer, direttore di Impiegati svizzeri. «È il momento di guardare alle proprie competenze e di svilupparsi ulteriormente». Chi affronta la situazione può operare grandi miglioramenti professionali: «se affrontiamo le opportunità oggi, saremo in una posizione migliore domani», sostiene Studer. È necessaria una formazione continua mirata e su misura, che corrisponda ai profili di ricerca e alle necessità delle aziende.
Adesso basta con la storia del profilo, possibile che tutti le cittadine e cittadini svizzeri (in primis Ticinesi) dopo un colloquio risultano non avere un profilo adeguato a quanto richiesto, anche se hanno sempre fatto la stessa attività. E’ una presa per i fondelli è un semplice modo per non assumere cittadine e cittadini troppo onerosi, a scapito del frontalierato. E’ stata accettata la legge prima i nostri, ora fuori le pa..e per eterna realmente in atto.p, e tutte le ditte, imprese, dovranno essere obbligate ad avere almeno il 30% di manodopera indigena, altrimenti le imprese le facciano altrove e non in Svizzera. Chiaro il concetto?