Il direttore del SIC difende l'operato dei servizi segreti svizzeri e smonta la polemica. Anche se i dubbi su certe attività rimangono
BERNA - Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) non sorveglia partiti e politici, né esegue operazioni di spionaggio in questo senso. Lo ha sostenuto il suo direttore, Jean-Philippe Gaudin, aggiungendo che a porre problemi sono soprattutto le fonti aperte registrate dagli "007 svizzeri".
Una "Open source" è una fonte pubblica e liberamente accessibile al grande pubblico come articoli di stampa, dati pubblici, statistiche o siti web. Quando, ad esempio, alcuni temi trattati in un articolo di giornale rientrano nella sfera di competenza del SIC, gli analisti e i funzionari conservano in formato PDF l'intera rassegna stampa che li concerne. Tuttavia, vengono inclusi indirettamente anche gli articoli senza legami con il servizio degli "007 svizzeri", che potrebbero anche contenere informazioni su politici e partiti.
«Questo è oggetto di polemica, ma questi nomi non sono registrati nel nostro sistema operativo», ha indicato Gaudin in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano romando "Le Temps".
Gaudin ha inoltre precisato che sin dal suo arrivo a capo del SIC - un anno e mezzo fa - ha «messo in dubbio la pertinenza dell'archiviazione di documenti 'open source', come articoli o rassegne stampa», precisando che circa 3-4 milioni di dati archiviati sono già stati eliminati e la conservazione di questi documenti nel Sistema di analisi integrale del SIC (IASA SIC) è stata ridotta da quindici a due anni.
Al SIC qualcosa non va - Lo scorso novembre l'organo che sorveglia le attività del SIC, la Delegazione delle Commissioni della gestione delle Camere federali, aveva bacchettato i servizi segreti e chiesto alla ministra della difesa Viola Amherd di adottare provvedimenti, poiché vi era il sospetto di una raccolta dati illegale d'informazioni riguardanti attività politiche o l'esercizio di diritti fondamentali, come quello di riunione, associazione e libertà d'opinione.
La delegazione era arrivata a questa conclusione dopo aver effettuato analisi in seguito alle denunce dell'associazione dirittifondamentali.ch, che si batte contro lo Stato «ficcanaso» e che accusava il SIC di sorvegliare i partiti politici e movimenti sociali violando la legge. Le considerazioni della delegazione dovrebbero essere pubblicati nei prossimi giorni.
Dubbi espressi da PS e Verdi - La delegazione si è chiesta come fosse possibile che dati che non ottemperavano alle condizioni legali abbiano potuto essere registrati nel sistema di informazione del SIC. La Legge in materia (LRens) prevede all'articolo 5 che il SIC non possa acquisire né trattare «informazioni sull'attività politica e sull'esercizio della libertà di opinione, di riunione o di associazione in Svizzera», a meno che sussistano «indizi concreti che tale organizzazione o tale persona esercita i propri diritti per preparare o eseguire attività terroristiche, di spionaggio o di estremismo violento».
A fine settembre 2019, l'allora consigliera nazionale Margret Kiener Nellen (PS/BE) ha denunciato la presenza nella banca dati del SIC di oltre 70 informazioni che la riguardano. Lo scorso novembre, rispondendo a una interpellanza della stessa Kiener Nellen, il Consiglio federale ha sostenuto che non usa "fonti umane" nel caso di incontri e sedute nel Palazzo del Parlamento. Il governo era poi stato sollecitato anche dal consigliere nazionale Balthasar Glättli (Verdi/ZH).
Il SIC, si legge ancora nella risposta dell'esecutivo, non raccoglie articoli pubblicati dai media sui parlamentari né li archivia nei suoi sistemi d'informazione. Tuttavia, per adempiere al suo mandato legale, ha la competenza di raccogliere articoli pubblicati dai media che rientrano nel settore di compiti del SIC (per esempio lotta al terrorismo, all'estremismo violento, ndr) ai fini della valutazione globale della situazione.
Se vi è un nesso con uno dei suoi compiti, il SIC può dunque archiviare nei suoi sistemi d'informazione gli articoli pubblicati dai media, «anche quando in essi sono menzionati i nomi di parlamentari». Solo quando tali articoli sono registrati con riferimento a una persona, il SIC ha l'obbligo di procedere ad anonimizzazioni. Nella pratica ciò è tuttavia molto raro.