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BERNACaritas: «Berna raddoppi la cooperazione allo sviluppo»

24.06.19 - 10:23
Per l'organizzazione non governativa, i mezzi per farlo esistono e la Confederazione «gode di ottima salute dal punto di vista finanziario»
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Caritas: «Berna raddoppi la cooperazione allo sviluppo»
Per l'organizzazione non governativa, i mezzi per farlo esistono e la Confederazione «gode di ottima salute dal punto di vista finanziario»

BERNA - La Svizzera deve raddoppiare i fondi per la cooperazione allo sviluppo. È quanto ritiene Caritas. Per l'organizzazione non governativa, i mezzi per farlo esistono e la Confederazione «gode di ottima salute dal punto di vista finanziario».

Per Caritas, la Svizzera deve incrementare i fondi per la cooperazione allo sviluppo e la protezione del clima nei Paesi poveri a 6,5 miliardi di franchi. Ciò corrisponderebbe ad un aumento dello 0,44%-1% del prodotto interno lordo (PIL), scrive l'ong in un comunicato odierno.

«Questo consentirebbe alla Svizzera di avvicinarsi a Paesi come la Svezia, la Norvegia e il Lussemburgo», afferma Caritas. Essa propone che la Confederazione «anziché ridurre ulteriormente i debiti già contenuti, aumenti i propri investimenti per un mondo in cui regni la pace e sia vivibile anche per le generazioni future».

Fondi per il clima - Anche in ambito climatico, Caritas invita Berna ad agire in modo più attivo. L'ong ricorda che i Paesi industrializzati si sono impegnati a fornire fondi supplementari a questo scopo, oltre a quelli per la cooperazione allo sviluppo.

Per Caritas, «è inaccettabile che la Svizzera - nonostante la sua corresponsabilità al surriscaldamento climatico e l'impegno assunto in ambito di politica climatica - non voglia tuttora fornire sostegno in questo senso».

L'ong ha presentato oggi la sua risposta alla procedura di consultazione sul messaggio del Consiglio federale concernente la cooperazione internazionale 2021-2024. Accoglie con favore il fatto che per la prima volta un tale messaggio sia stato sottoposto ad una consultazione.

Il Governo intende orientare meglio l'aiuto pubblico allo sviluppo per aumentarne l'efficacia. Ci saranno solo quattro regioni prioritarie al posto di sei per 34 Paesi principali al posto di 46. Una maggiore attenzione è posta sugli interessi della Svizzera, la crescita economica e il potenziale del settore privato.

Caritas ritiene "sensati" i criteri adottati, ma chiede maggiori "precisazioni". In particolare, respinge la concentrazione unilaterale sul settore privato in Svizzera.

Se il Consiglio federale intende promuovere una crescita economica duratura e la creazione di posti di lavoro attraverso la cooperazione allo sviluppo, ciò deve servire alla lotta contro la povertà, afferma Caritas.

La povertà estrema è lungi dall'essere superata. Nel mondo, circa 750 milioni di persone vivono effettivamente giornalmente con meno di 1,90 dollari al giorno. In questo contesto, la cooperazione allo sviluppo svizzera deve promuovere "posti di lavoro dignitosi in grado di garantire la sussistenza".

L'ong si rallegra inoltre del fatto che il Consiglio federale abbia rinunciato a condizionare la cooperazione alla conclusione di accordi di riammissione in materia di asilo. Secondo Caritas «sarebbe sbagliato sostenere misure repressive attraverso la cooperazione internazionale della Svizzera che sopprimerebbero a breve termine le fughe»: a lungo termine esse tenderebbero persino ad accentuare i problemi di fondo.

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