Iniziato il militare nel 1976, l'ex colonnello Robert Lüssi sta provando la vita delle reclute di oggi. Farà rapporto
PAYERNE - L’ex colonnello Robert Lüssi ha 62 anni, ma alla scuola di aviazione di Payerne tutti lo chiamano “recluta Lüssi”. Sei settimane fa, infatti, ha iniziato di nuovo la scuola reclute: «Volevo vedere con i miei occhi che cosa è cambiato negli ultimi 40 anni, nel bene e nel male», spiega.
Alla fine del suo studio sul campo, Lüssi stenderà un rapporto con delle proposte di miglioramento per il capo Comando operazioni. Per lui, però, non vige un trattamento speciale: «Faccio parte della truppa, dormo nello stesso alloggio e ricevo lo stesso vitto», sottolinea.
Finora, la differenza d’età con i suoi camerati non è stata un problema: le reclute lo hanno accettato benissimo. «In treno dopo la prima settimana, però, le reclute di un’altra compagnia mi hanno chiesto se avessi perso i gradi», confessa ridendo.
Una prima analogia con la scuola reclute assolta nell’estate del 1976 Lüssi l’ha già notata: «La scuola reclute continua ad essere l’ultima grande fase educativa della vita», spiega. «Chi non impara qua non imparerà più da nessun’altra parte», assicura.
Dei giovani uomini e delle giovani donne che sono con lui, Lüssi parla con grande rispetto: «Disciplina, cameratismo e disponibilità ad aiutare sono sempre tenute in gran conto, a prescindere dal colore della pelle o dalla religione che si professa», afferma. Per Lüssi è positiva anche la digitalizzazione: «Una volta c’era la fila davanti alla cabina del telefono, oggi per ogni scuola reclute c’è una chat di gruppo», fa notare.
L’ex colonnello, tuttavia, ha anche qualche critica da fare. Una volta, per esempio, la conoscenza delle lingue nazionali era molto migliore mentre ora le reclute mostrano debolezze in lettura e scrittura. «E quasi nessuno è più capace di farsi il nodo alla cravatta», conclude.