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È quanto emerge dal "Barometro della gioventù 2018" che analizza le inquietudini delle nuove generazioni
ZURIGO - La previdenza vecchiaia è la principale preoccupazione dei giovani, ma solo in Svizzera. È quanto emerge dal "Barometro della gioventù 2018" del Credit Suisse, che analizza le inquietudini delle nuove generazioni nella Confederazione, negli Stati Uniti, in Brasile e a Singapore.
Apprensione per il futuro - In Svizzera, si legge in un comunicato odierno della grande banca elvetica, i giovani considerano la previdenza vecchiaia e le questioni legate all'AVS come prioritarie. Il tema mette infatti in apprensione il 53% degli interrogati dal sondaggio, condotto online dall'istituto di ricerca gfs.bern tra aprile e maggio su un campione di 1000 ragazzi fra i 16 e i 25 anni.
Altre preoccupazioni - Passa invece in secondo piano la categoria composta da immigrazione, stranieri e libera circolazione delle persone, che assilla il 29% dei partecipanti all'inchiesta. Percentuale simile per un argomento affine: rifugiati e asilo sono motivo di cruccio per il 28%. Inoltre, la coabitazione con i giovani arrivati dall'estero è sempre più armoniosa: ne è convinto il 33% (nel 2010 era l'11%).
«Notevole lungimiranza» - Secondo Manuel Rybach, responsabile "Public Affairs and Policy" presso Credit Suisse citato nel comunicato, tenendo conto che gli «intervistati non andranno in pensione per altri 40-50 anni», essi danno prova di «notevole lungimiranza». «La votazione sulla previdenza per la vecchiaia e il dibattito che ne è seguito» è servita a sensibilizzare sull'argomento.
Altrove preoccupazioni diverse - Negli altri Paesi presi in considerazione, i tormenti giovanili sono orientati diversamente. Negli Usa e a Singapore, il pensiero numero uno riguarda il proprio impiego e la paura di restare disoccupati. In Brasile, è la corruzione il grattacapo maggiore. La previdenza vecchiaia non figura nella top ten delle preoccupazioni di queste tre nazioni. I millennials si distinguono però per il loro atteggiamento solidale: le pari opportunità tra sessi interessano tutti.
Dopo che negli ultimi anni il barometro aveva delineato il quadro di una generazione in grado di reagire alle tendenze e ai cambiamenti tecnologici in maniera aperta e flessibile, prosegue la nota, il sondaggio 2018 mostra una variazione. I giovani sembrano infatti percepire i cambiamenti del mercato del lavoro determinati dalla digitalizzazione come una sfida e in parte come una minaccia.
Svizzera caso a sé - La Svizzera rimane comunque un caso a sé, in quanto solo il 34% teme la scomparsa della propria professione legata al progresso tecnologico. Negli Stati Uniti, la quota è addirittura del 79% e pure brasiliani e singaporiani condividono la suddetta inquietudine.
Gli svizzeri sognano Google - Per un futuro impiego, le preferenze dei giovani svizzeri sono nei settori dell'istruzione (56%), dei media (53%), del turismo (50%) o dell'amministrazione (47%). Sebbene il ramo IT/tecnologico e la cultura delle start-up sia più apprezzato negli altri tre Stati, è Google il datore di lavoro idealmente prediletto nella Confederazione.
Per quanto riguarda l'aumento del benessere, in Svizzera una qualità della vita come quella dei genitori è giudicata soddisfacente dal 73%. Meno del 10% è pessimista riguardo alle prospettive future, tasso indice di una crescente fiducia che contraddistingue ogni aerea geografica.
Il problema delle fake news - Vi è infine una certa unanimità di giudizio sulla diffusione digitale delle fake news, che è ritenuta uno dei cinque principali problemi in tutti e quattro i Paesi presi in esame dal barometro. Nella Confederazione, i giovani si informano soprattutto con app su smartphone e tablet (27%) e ritengono la SSR il media più affidabile (85%) in materia di notizie politiche, davanti ai quotidiani NZZ (66%) e Tages Anzeiger (62%).
