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BERNALa Svizzera potrebbe non soddisfare gli obiettivi sull'Agenda 2030

03.07.18 - 11:19
Preoccupata e delusa dal recente rapporto del Consiglio federale, una piattaforma che riunisce 40 organizzazioni della società civile ha pubblicato oggi un proprio documento
La Svizzera potrebbe non soddisfare gli obiettivi sull'Agenda 2030
Preoccupata e delusa dal recente rapporto del Consiglio federale, una piattaforma che riunisce 40 organizzazioni della società civile ha pubblicato oggi un proprio documento

BERNA - Lo sviluppo sostenibile in Svizzera beneficia di un'"immagine troppo rosea". Preoccupata e delusa dal recente rapporto del Consiglio federale sull'Agenda 2030, una piattaforma che riunisce 40 organizzazioni della società civile ha pubblicato oggi un proprio documento.

Nella Confederazione, 615'000 persone sono toccate dalla povertà e oltre 1,2 milioni ne sono minacciate. Si tratta di una delle sfide più importanti in un periodo in cui «l'aiuto sociale si vede sottoposto a una pressione costante», stando al rapporto.

L'Agenda 2030 fissa tra i suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, una riduzione di almeno il 50% delle persone che vivono al di sotto della soglia della povertà. Il rapporto chiede alla Confederazione e ai Cantoni di riprendere questo obiettivo e di rafforzare la lotta e la prevenzione contro questo fenomeno.

Nel documento si esige pure una migliore protezione del diritto del lavoro, in particolare nei settori più precari. Anche sul tema della parità tra donne e uomini, la Svizzera è in ritardo e potrebbe non cancellare le discriminazioni salariali entro il 2030, ha deplorato Regula Bühlmann dell'Unione sindacale svizzera.

Impedire fuga di introiti fiscali - La Piattaforma invita pertanto a una politica «coerente nell'ottica dello sviluppo sostenibile». Chiede in particolare di impedire una fuga di introiti fiscali dai Paesi in via di sviluppo verso la Svizzera.

«Si teme che, a causa dell'evasione fiscale e della sottrazione d'imposta, i Paesi in via di sviluppo perdano ogni anno 200 miliardi di dollari di introiti fiscali. Avrebbero invece un bisogno urgente di questi soldi», ha sottolineato Eva Schmassmann, presidente della Piattaforma Agenda 2030.

«Le multinazionali che hanno la loro sede in Svizzera devono assumersi le loro responsabilità rispettando gli standard ambientali anche all'estero e devono essere tenute responsabili dei danni da esse causati o di quelli delle loro filiali», ha sottolineato dal canto suo Stella Jegher di Pro Natura. Un'attuazione dell'Agenda 2030 non può farsi senza la collaborazione del settore privato.

Undici raccomandazioni - Il rapporto, di oltre 80 pagine, contiene undici raccomandazioni per l'attuazione dell'Agenda 2030. Oltre che il rispetto dei limiti delle risorse del Pianeta e dei diritti umani, la Piattaforma esige in particolare un ancoraggio istituzionale dell'Agenda 2030 in seno all'amministrazione federale e al rafforzamento della coerenza politica in favore dello sviluppo sostenibile.

L'Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile, adottata dai 193 Stati membri dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, è entrata in vigore nel gennaio 2016. Riunisce i punti principali degli Obiettivi del millennio per lo sviluppo e dell'Agenda 21.

Tra le 17 priorità figurano l'eliminazione della povertà e della fame, la salute, il benessere e un'educazione di qualità per tutti, l'accesso all'acqua e a servizi energetici affidabili e abbordabili per tutti. Gli Stati membri si impegnano anche a ridurre le ineguaglianze, preservare e restaurare gli ecosistemi e promuovere un'economia sostenibile.

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