Escamotage per ricevere più sovvenzioni, da Berna ma forse anche dai cantoni. Il direttore dell'Uft: «Profondamente deluso, non me lo sarei mai aspettato»
BERNA - Una serie di trasfermenti interni di utili e costi fra i vari business della Posta, questo per coprire i guadagni eccessivi riportati da AutoPostale e che mettevano a rischio lo stanziamento delle sovvenzioni statali. Il “gioco di prestigio” contabile ha permesso al gigante giallo di ricevere sussidi per 78,3 milioni di franchi dalla Confederazione per il periodo che va dal 2007 al 2015, come ha riportato ieri l'Ufficio federale dei trasporti (Uft). Dal canto suo la Posta, che ha solo recentemente scoperto quanto successo, si è detta pronta a restituire quanto ricevuto.
«Da un'impresa statale non me lo sarei francamente mai aspettato», ha commentato ieri in conferenza stampa il direttore dell'Uft Peter Füglistaler, «sono profondamente deluso, orchestrare un falso di questo tipo, e solo per ricevere dei sussidi...».
Ma la richiesta di rimborso da parte di Berna potrebbe essere solo l'inizio: è possibile, infatti, che grazie ai dati falsati l'azienda abbia ricevuto sovvenzioni anche a livello cantonale. «Lo schema era elaborato ed è stato realizzato ad arte, ed è certamente illecito», conclude Füglistaler. L'Uft si muoverà in ogni caso per presentare un reclamo ufficiale.
Dal canto suo in quel della Posta regna la costernazione: l'amministratrice delegata Susanne Ruoff si è scusata pubblicamente davanti ai media e ha espresso il suo rammarico. Oltre alla volontà di restituire quanto prima quei 78 milioni sono state prese misure anche a livello dell'organico: il capo di AutoPostale e il direttore finanziario sono stati licenziati.
Verrà inoltre avviata un'indagine per mezzo di un attore esterno all'azienda: «Abbiamo il dovere di fare chiarezza», spiega Ruoff, «per me è importante risolvere la questione più rapidamente possibile, così possiamo rinconquistare la fiducia perduta».