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VAUDDistribuzione illegale di birre da Coop pronto

04.05.17 - 11:22
Per lanciare un nuovo prodotto, Feldschlössen ha avviato una promozione mirata presso alcuni punti vendita, scordandosi però di rispettare qualche articolo di legge
Keystone
Distribuzione illegale di birre da Coop pronto
Per lanciare un nuovo prodotto, Feldschlössen ha avviato una promozione mirata presso alcuni punti vendita, scordandosi però di rispettare qualche articolo di legge

YVERDON-LES-BAINS - Numerosi pendolari di passaggio alla stazione di Yverdon-les-Bains sono stati colti di sorpresa lo scorso weekend quando, passando di fronte all’entrata di un negozio Coop pronto, si sono visti “rifilare” in mano un paio di lattine di birra da mezzo litro. «Mi sono trovato con due birre in mano, senza nemmeno capire bene come - ha spiegato un testimone -. Trovo scioccante che si possano distribuire alcolici gratuitamente e liberamente a chiunque. La persona che le ha ricevute prima di me era davvero molto giovane».

Distribuzione autorizzata? Secondo Jean-Daniel Carrard, sindaco della cittadina vodese, «nessuno ha richiesto l’autorizzazione per distribuire birre. E se qualcuno lo avesse fatto, questa non sarebbe in ogni caso stata accordata in quanto si sarebbe trattato di promozione illecita». Il canton Vaud rientra infatti nei cantoni in cui la distribuzione gratuita di alcolici è vietata dall’articolo 50 della legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione. Legge che si applica anche alle filiali Coop pronto presenti nelle stazioni, anche se queste si trovano su un territorio regolato da norme federali, e quindi non subordinato agli orari imposti dai regolamenti comunali e cantonali.

Campagna annullata - «È stata una svista», ha ammesso il portavoce di Feldschösschen. «Avremmo dovuto escludere dall’iniziativa i punti vendita situati nel canton Vaud. Abbiamo però rimediato immediatamente, ritirando la promozione dai quattro punti previsti».

Dal canto suo, Coop si difende spiegando che la distribuzione dei campioni è gestita da personale «formato e incaricato di verificare l’identità» dei clienti. In realtà però, secondo quanto riferito da numerosi testimoni, i controlli sarebbero tutt'altro che rigorosi.

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