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ARGOVIAVietato il comizio di Hursit Yildirim a Spreitenbach

10.03.17 - 17:11
La polizia cantonale argoviese ha deciso di non autorizzare la manifestazione del deputato Akp per motivi di sicurezza. Intanto la Turchia sorveglia il movimento gülenista in Svizzera
Vietato il comizio di Hursit Yildirim a Spreitenbach
La polizia cantonale argoviese ha deciso di non autorizzare la manifestazione del deputato Akp per motivi di sicurezza. Intanto la Turchia sorveglia il movimento gülenista in Svizzera

AARAU - Un incontro pubblico del deputato turco Hursit Yildirim previsto questa sera a Spreitenbach (AG) è stato annullato. La polizia cantonale argoviese ha deciso di non autorizzare la manifestazione per motivi di sicurezza. Dopo un'esame della situazione, la polizia è arrivata alla conclusione che esistono importanti rischi legati alla sicurezza, scrive oggi in una nota il Dipartimento argoviese dell'economia e dell'interno. Gli organizzatori sono stati informati, precisa la nota.

Diversi divieti - Yildirim è vice presidente a Istanbul del partito islamico Akp del presidente Erdogan. Organizzatrice della manifestazione era l'Unione dei democratici turchi europei, legata all'Akp, che inizialmente prevedeva di organizzare una «festa» in un centro di quartiere a Zurigo. Festa che oggi è stata vietata dalle autorità della città sulla Limmat, proprietaria della struttura. Ieri l'Hotel Hilton di Opfikon (ZH), nelle vicinanze dell'aeroporto di Zurigo, aveva deciso di annullare, sempre per motivi di sicurezza, una manifestazione in programma domenica in presenza del ministro turco degli esteri Mevlüt Cavusoglu.

La visita di Cavusoglu? «Non rappresenta una minaccia» - Il Consiglio di Stato del canton Zurigo aveva invitato il Consiglio federale ad annullare la visita di Cavusoglu, per motivi di sicurezza legati alla campagna per il referendum del 16 aprile sull'introduzione in Turchia della contestata riforma costituzionale che assegnerà maggiori poteri al presidente Recep Tayyip Erdogan. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha però risposto che la visita del ministro turco «non rappresenta una minaccia particolarmente elevata per la sicurezza interna della Svizzera». Il DFAE sottolinea l'importanza della libertà di espressione e ritiene che non «sussistono elementi per giustificare un divieto della visita». Ancora non si hanno notizie sulla ricerca di un luogo alternativo dove si potrebbe tenere la visita del ministro turco, che a Zurigo vorrebbe incontrare il console generale turco, responsabile per la Svizzera e l'Austria, e parlare con membri della comunità turca che risiedono nella Confederazione.

Gülenisti nel mirino - Il governo turco avrebbe messo nel mirino le attività del movimento gülenista in Svizzera. Un documento interno dell'ambasciata turca a Berna indica infatti le istituzioni e le associazioni che sembrano avere un legame con Fethullah Gülen. Il predicatore è accusato dal presidente Erdogan di aver orchestrato il fallito golpe dello scorso luglio.

«Spionaggio in Svizzera» - La lettera è stata resa pubblica oggi dai Verdi, che ne hanno divulgato il testo originale (in turco e tedesco) sul loro sito. Anche quotidiani del gruppo Nordwestschweiz ne hanno riportato l'esistenza. Lo scorso 10 febbraio, Peter Pilz, rappresentante ecologista nel parlamento austriaco, aveva dichiarato davanti alla stampa di essere in possesso delle prove a dimostrazione dell'attività di spionaggio esercitata da istituzioni turche nel suo Paese per sorvegliare gli oppositori di Erdogan, ricordano i Verdi. Nel documento diffuso dal partito, Engin Yilmaz, uno dei responsabili degli affari religiosi dell'ambasciata di Berna, mette in luce il fatto che i sostenitori di Gülen stiano aumentando anche in Svizzera, espandendosi in diverse sfere della società. Di recente, alcuni si sarebbero stabiliti nella Confederazione dopo essere fuggiti dalla Turchia.

408 domande d'asilo dopo il tentato Golpe - Yilmaz accusa nella lettera i gülenisti di influenzare tramite mezzi finanziari la copertura mediatica elvetica. Dopo il tentativo di colpo di Stato dell'estate 2016, sono stati 408 i cittadini turchi a presentare una domanda d'asilo alla Svizzera. Fra di questi, vi erano anche casi sporadici di persone in possesso del passaporto diplomatico.

Verdi preoccupati - I Verdi hanno da parte loro espresso preoccupazione per le «presunte attività d'intelligence della Turchia in Svizzera». Il partito ha invitato in un comunicato stampa il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) e il Consiglio federale ad agire. Citato nella nota, il consigliere nazionale zurighese Balthasar Glättli ha definito inaccettabile l'intervento del governo di Erdogan, che mina «la coesistenza pacifica della diaspora turca».

MPC: «Siamo a conoscenza del caso» - L'MPC ha replicato scrivendo di essere a conoscenza di «attività di Stati stranieri in Svizzera», a proposito delle quali sono in corso analisi e accertamenti che per il momento non possono essere commentati.

 

 

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