Dopo i fatti di Salez (SG), esperti di trasporti ferroviari e politici chiedono più misure di sicurezza sui treni
Sabato un uomo ha appiccato il fuoco all’interno di un treno a Salez (SG) e accoltellato diversi passeggeri uccidendo una persona e perdendo a sua volta la vita. Altre cinque persone sono rimaste ferite. Una di loro sta lottando fra la vita e la morte. Gli esperti di trasporti ferroviari e i politici chiedono ora maggiori misure di sicurezza sui treni regionali.
Per Hans-Ruedi Schürch, presidente della Federazione del personale di locomotiva (Lpv), la questione è chiara: «Bisogna tornare ad avere un agente scorta treno su ogni convoglio», afferma. Questa disposizione, tuttavia, è stata eliminata più di 20 anni fa per i treni regionali: una decisione che presenta ora il suo conto, aggiunge. «Un tempo la sensazione di sicurezza che si provava sui treni era completamente diversa», sottolinea. Un agente di scorta disarmato, continua, non sarebbe sempre in grado di impedire un attacco come quello avvenuto a Salez, ma potrebbe forse scoraggiare i malintenzionati. Inoltre, la sua semplice presenza aumenterebbe la sensazione di sicurezza fra i passeggeri, conclude il presidente dell’Lpv.
«La presenza scoraggia i potenziali malintenzionati»
Martin Graf, direttore di Securitrans, chiede dal canto suo che le stazioni siano sorvegliate giorno e notte: «Dobbiamo distribuire la presenza nelle stazioni sull’arco delle 24 ore», afferma. Nelle stazioni più piccole, del resto, non esiste ancora alcun tipo di sorveglianza nemmeno di giorno: «Serve però il coraggio di ridurre la presenza in singole notti», precisa però Graf alla Schweiz am Sonntag.
Anche altri esperti di ferrovia si associano alla richiesta di maggiori agenti di sicurezza. «Una maggiore sorveglianza nelle stazioni è un’idea sensata», commenta Kurt Schreiber, presidente di Pro Bahn. I fatti di Salez, motiva, dimostrano infatti che la Svizzera non è un’isola felice. Per lui, la Confederazione dovrebbe investire più denaro nella sicurezza dei passeggeri.
«Una presenza rafforzata nelle stazioni scoraggia i potenziali malintenzionati e permette maggiori controlli sulle persone e sui bagagli», spiega Schreiber, che precisa però come nemmeno queste misure possano però garantire la sicurezza totale. Per ottenerla bisognerebbe far passare i bagagli dal metal detector e disporre un agente armato in ogni vagone: «Sarebbe lo stato di guerra», sottolinea Schreiber.
«La polizia cantonale potrebbe dare una mano nelle stazioni»
Quanto avvenuto a Salez fa discutere anche fra i politici. Chantal Galladé era in viaggio fra la Germania e la Francia poco dopo l’attacco su un treno avvenuto a Würzburg, vicino a Monaco: «Lì hanno inasprito molto le misure di sicurezza sui convogli», spiega. Anche la Svizzera, continua, dovrebbe ora prendere esempio e stanziare più poliziotti: «Le polizie cantonali potrebbero aiutare nella stazioni e marcare così presenza, ma ci vorrebbero più agenti», commenta Galladé. Tale presenza dovrebbe essere aumentata in particolare nei punti nevralgici, continua. Anche Galladé sottolinea tuttavia come la sicurezza assoluta sia impossibile: «Dobbiamo convivere con un certo livello di rischio anche perché non possiamo dislocare un poliziotto in ogni stazioncina», sottolinea.
Il consigliere nazionale Udc Thomas Hurter non condivide invece l’idea di alzare da subito le misure di sicurezza: «Mettere qualche securino qua e là non è efficace», commenta. Per Hurter, le associazioni legate alla ferrovia e la polizia dovrebbero analizzare i fatti e verificare se sia necessario adeguare il dispositivo di sicurezza: «Se le FFS o un’altra società ferroviaria arrivano alla conclusione che c’è bisogno di più personale di sicurezza allora ci si può pensare», spiega.