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ZURIGOInfanticidio di Flaach, "Non potevamo prevedere che accadesse"

29.01.16 - 14:48
Da una lunga conferenza stampa durata oltre un'ora e mezza è emerso che non si possono stabilire rapporti di casualità tra l'operato dell'autorità di tutela e la morte dei bambini
Infanticidio di Flaach, "Non potevamo prevedere che accadesse"
Da una lunga conferenza stampa durata oltre un'ora e mezza è emerso che non si possono stabilire rapporti di casualità tra l'operato dell'autorità di tutela e la morte dei bambini

ZURIGO - Un caso estremo: così una perizia definisce la vicenda della madre che il primo gennaio del 2015 uccise i suoi due figli a Flaach, nel canton Zurigo. Le autorità di tutela non potevano prevedere un simile tragico evento.

"Battaglia esistenziale" - Frank Urbaniok, psichiatra legale che ha svolto una perizia per conto della Procura pubblica, ha spiegato che il doppio infanticidio è da ricondurre alla personalità perturbata della madre: quando le sono stati tolti i figli per affidarli a un istituto per lei è cominciata una "battaglia esistenziale". Ha così elaborato un piano per riappropriarsi dei bambini per poi ucciderli.

"Non si poteva prevedere" - L'autorità cantonale per la protezione dei minorenni e degli adulti (Kesb), che aveva in custodia i due piccoli, non poteva prevedere un simile atto criminale.

Individuate lacune nella comunicazione - Una seconda perizia, anch'essa presentata oggi, giunge alla conclusione che non si possono stabilire rapporti di casualità tra l'operato dell'autorità di tutela e la morte dei bambini. Sono comunque state individuate lacune nella comunicazione tra le varie persone coinvolte e il Dipartimento zurighese della giustizia ha già preso provvedimenti per ovviare a tale situazione.

La vicenda - Il 1° giorno del 2015 è stato funestato da una tragedia familiare che si è consumata all'interno di un'abitazione di Flaach, nel Canton Zurigo.

Il giorno dopo l'uccisione di due bambini, una femmina di due anni e un maschio di cinque, la madre 27enne era stata arrestata con l'accusa di avere tolto la vita ai suoi due figli.

Un dramma che ha fatto scorrere fiumi d'inchiostro in Svizzera e che ha messo in dubbio la correttezza nell'operato dell'Autorità di protezione dei minori e degli adulti di Winterthur-Andelfingen nel trattamento di un caso che ha fatto parecchio discutere.

Poco meno di due mesi prima della tragedia, il 4 novembre del 2014, la donna era stata arrestata assieme al padre dei due bambini per una sospetta truffa. La 27enne era stata rilasciata qualche giorno più tardi, mentre i due bambini erano stati collocati in un istituto a Zurigo. Il 19 dicembre erano ritornati a casa per passare il periodo di Natale con la madre. I bimbi all'istituto dove erano attesi il 4 gennaio del 2015, non fecero più ritorno.

La 27enne, arrestata il giorno stesso del dramma, si è tolta la vita l'8 agosto del 2015 nel carcere di Zurigo.

ats 

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