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SVIZZERA"Riciclare sì, ma non fino all'ultima bottiglietta"

27.10.15 - 09:27
Gli svizzeri sono un popolo di grandi riciclatori. Patrick Geisselhard, numero uno di Swiss Recycling spiega perché non porta a nulla una quota di recupero ancora maggiore
"Riciclare sì, ma non fino all'ultima bottiglietta"
Gli svizzeri sono un popolo di grandi riciclatori. Patrick Geisselhard, numero uno di Swiss Recycling spiega perché non porta a nulla una quota di recupero ancora maggiore

ZURIGO - Swiss Recycling lancia una nuova campagna di sensibilizzazione con lo slogan "Partecipiamo tutti" volta a incrementare la raccolta differenziata e il riciclaggio. L'organizzazione vuole rendere attenta la popolazione svizzera di quanto, con il recupero e il riciclaggio di materiale riciclabile, si riesca a risparmiare risorse ed energia, a ridurre l'emissione del CO2 e a creare preziose materie prime secondarie". La parola al numero uno Patrick Geisselhard.

Signor Geisselhard, quanto sono bravi gli svizzeri nella raccolta differenziata dei rifiuti?
"Gli svizzeri sono esemplari. La quota di riciclaggio si situa attorno al 51%".

E allora cosa volete ancora di più?
"Margini di miglioramento ce ne sono ancora. Gli svizzeri possono migliorarsi ancora nella raccolta differenziata degli scarti vegetali, dell'umido, degli avanzi di cibo, o della plastica. Anche per quanto riguarda il recupero di batterie e telefonini c'è necessità di miglioramento".

Vuole quindi aumentare ancora di più la quota di riciclaggio?
"No, in linea generale, no".

No? Dice sul serio?
"Nel riciclaggio ambiamo a raggiungere una quota ottimale, ma non il massimo. Ciò vuol dire che, accanto ai fattori ecologici teniamo conto anche di quelli economici. In definitiva bisogna sempre tenere conto dell'entità dei costi derivanti dal riciclaggio. Per esempio, sarebbe considerato eccessivamente caro se andassimo sulle montagne in elicottero a raccogliere anche l'ultima delle bottigliette in PET".

Quindi Lei ci vuole dire che con il riciclaggio si rischia anche di esagerare..
"Sì, vi sono ambiti in cui il riciclaggio non ha senso. Alcune persone vogliono fare la raccolta differenziata di tutti i materiali e di tutti gli oggetti, anche quelli, che oggi non sono più riciclabili. Tuttavia vi sono pur sempre rifiuti che bisognerebbe togliere dal sacco della spazzatura come, per esempio, le pellicole che usiamo per l'imballaggio di alimentari".

I produttori dovrebbero tenere maggiore considerazione nei confronti degli imballaggi riciclabili?
"Sì, il design del prodotto deve essere migliorato in molti ambiti - l'economia dovrebbe assumersi maggiormente più responsabilità affinché i suoi prodotti siano maggiormente riciclabili. E' molto importante che anche i produttori utilizzino materie prime riciclate".

Come riuscire a motivare anche i più pigri nella raccolta differenziata dei rifiuti?
"Il beneficio per l'ambiente, per ciò che riguarda la diminuzione di emissione di CO2, è incontestabile. Oggi ci si concentra molto di più sull'importanza della tutela delle risorse naturali. Materie prime come il metallo, il fosforo o le terre rare non sono infinite e quindi dobbiamo essere molto cauti nel loro sfruttamento. Spesso dimentichiamo anche che il riciclaggio permette la riduzione del consumo di energia. Con materiali riciclati i prodotti consumati necessiteranno di meno energia, perché la cosiddetta "energia grigia", resta all'interno del circolo economico".

Nonostante gli svizzeri siano dei campioni in riciclaggio, producono all'anno 200 chili in più rispetto ai loro vicini dell'Unione Europea. Lei come spiega tutto ciò?
"La quantità di rifiuti di un paese è strettamente legata al suo livello di benessere. Ciò vuol dire che gli svizzeri sono più ricchi rispetto ai loro vicini europei e quindi producono più rifiuti. Un ruolo importante lo gioca il fatto che in Svizzera il pranzo fuori casa è sempre più diffuso e ciò causa la produzione di sempre più imballaggi. D'altra parte bisogna aggiungere che la quantità di rifiuti viene misurata in modo minuzioso, cosa che non capita sempre negli altri paesi. E per questo motivo le statistiche possono ingannare".

Come si può diminuire la produzione personale di rifiuti?
"I consumatori possono per esempio fare attenzione che i prodotti che comprano siano a lunga durata e che non siano da buttare via dopo poco tempo. Mi riferisco, per esempio, ai mobili o agli apparecchi elettronici. Spesso sarebbe anche utile riflettere prima dell'acquisto per capire se il prodotto che si vuole acquistare sia realmente necessario. Così facendo molti rifiuti non verrebbero creati".

E per quanto riguarda il suo bilancio personale di rifiuti, come la mettiamo?
"(ride) E' buono, almeno così spero. Nella nostra cucina abbiamo messo in piedi il nostro centro casalingo di raccolta dei rifiuti: una torre alta due metri all'interno della quale si possono differenziare fino a sette tipi di materiali. E io sono anche l'addetto al trasporto dei rifiuti al centro di raccolta".

 

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