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ISRAELE"Legge razzista, la peggiore dai tempi dell'olocausto"

30.11.09 - 09:55
KEYSTONE ALESSANDRO DELLA BELLA
"Legge razzista, la peggiore dai tempi dell'olocausto"

TEL AVIV / ROMA - Gli esponenti delle religioni ebraica e cristiana deplorano il razzismo e la discriminazione della nuova legge sui minareti. Entra infatti in collusione con il divieto di non discriminare nessun gruppo religioso, per cui anche le leggi urbanistiche dovrebbero essere formulate in modo da risultare uguali per tutti.

Da Israele - Riceve grande risalto sulla stampa e solleva anche reazioni critiche in Israele l'esito della votazione di ieri in Svizzera sull'iniziativa anti minareti. In Europa, avverte il quotidiano Maariv, "è iniziata adesso una reazione" contro la popolazione islamica, condotta simultaneamente in vari Paesi da forze nazionaliste e xenofobe.

"Si tratta di una decisione razzista, forse la più grave dalla fine della Seconda guerra mondiale... è come se avessero deciso di tagliare i boccoli degli ebrei religiosi" ha esclamato in una intervista alla radio militare Uriah Shavit un ricercatore della Università di Tel Aviv autore di un libro sull'Islam in Europa. Medesima convinzione è stata espressa da Sallah Aghbarya, portavoce del movimento islamico in Israele.

In un articolo di commento Maariv rileva che in Europa "ci sono centinaia di predicatori islamici che sputano odio contro cristiani, ebrei e indù. L'Europa, intimorita, preferisce tacere e resta paralizzata. Se il referendum fosse stato sulla loro espulsione, sarebbe stato più efficace". "Piuttosto che confrontarsi con il contenuto delle prediche nelle moschee - conclude il giornale - la Svizzera ha preferito concentrarsi sull'architettura".

Secondo Shavit dietro la mobilitazione degli svizzeri contro i minareti ci sono anche considerazioni di carattere economico: ossia il timore che la loro presenza possa abbassare il valore delle abitazioni nei quartieri vicini.

"In quanto Paese che rispetta il diritto di culto - ha concluso Shavit - Israele dovrebbe adesso condannare pubblicamente l'esito del voto degli svizzeri".
 
Dal Vaticano - "Bisogna stare attenti a strumentalizzare le religioni. È una cosa che ha sempre portato frutti cattivi, velenosi". È quanto afferma in un'intervista al "Corriere della Sera" il direttore dell'Osservatore romano, Giovanni Maria Vian, dopo il voto svizzero di ieri sulla iniziativa anti minareti.

Vian spiega di condividere la preoccupazione espressa ieri dal segretario generale delle Conferenza episcopale svizzera: "Non siamo riusciti a fare abbastanza per spiegare che era un referendum da respingere. Un'autocritica che dobbiamo fare tutti, religiosi e non" perché, aggiunge, "iniziative del genere, di carattere politico estremistico, giocate sulla paura, ci sono già state".

Secondo Vian poi, dal momento che "dal punto di vista della libertà di culto non cambia granché ", "il problema più che altro è simbolico". Nella vicenda, osserva, c'è "in ballo anche la libertà dei cristiani nei Paesi islamici" ma sul problema della reciprocità non bisogna reagire con durezza. "Ciò non significa - spiega - ignorare i problemi" ma "la cosa fondamentale nei rapporti con l'islam e tra islam e cristianesimo, è il rifiuto dell'uso violento della religione".

Ats

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