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INDIMENTICABILI«O la coppa... o la scocca. McRae era il più selvaggio nel periodo dei selvaggi»

21.05.24 - 15:03
Colin McRae, campione del mondo WRC scomparso nel 2007 all'età di 39 anni, è ricordato ancora oggi come una leggenda del rally
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«O la coppa... o la scocca. McRae era il più selvaggio nel periodo dei selvaggi»
Colin McRae, campione del mondo WRC scomparso nel 2007 all'età di 39 anni, è ricordato ancora oggi come una leggenda del rally
Con la Subaru Impreza ha scritto pagine indelebili della storia del motorsport.
SPORT: Risultati e classifiche

LANARK - Alzi la mano chi, da neopatentato nella metà degli anni Novanta o giù di lì, non ha sognato la sua Subaru Impreza di colore blu, con cerchi in oro e loghi in giallo in bella vista, compreso l’inconfondibile 555. Alzi la mano chi non ha bramato quel bolide divenuto iconico, con il quale Colin McRae, inserito di diritto nella cerchia degli Indimenticabili dello sport e considerato tra i migliori piloti di sempre, ha vinto gare e un titolo iridato.

Oggi siamo qui per ricordare una “star” dei motori, volata in cielo troppo presto. Destino vuole che sia diventato leggenda proprio con Subaru, la casa delle Pleiadi (gruppo di stelle). Ma il suo cammino parte da più lontano, da una famiglia di piloti col rally nel DNA.

Di padre in figlio
Nato a Lanark, in Scozia, il 5 agosto 1968, Colin cresce ammirando il padre Jimmy, laureatosi 5 volte campione britannico di rally (l’ultima nel 1988). Passione condivisa anche dal fratello Alister, che tuttavia non riuscirà a raggiungere le vette toccate dal nostro Indimenticabile. Mossi i primi passi nel campionato scozzese McRae si fa conoscere - mette in bacheca due titoli - e dal 1987 inizia a tastare con mano anche il WRC. Nel 1990, su Ford Sierra, brilla nel Rally di Gran Bretagna e svolta, guadagnandosi l’ingaggio nel programma rally della Subaru. “Tutto o niente”. Il suo stile gli porta fama e successo, conquistando fan nel mondo anche grazie alle imprese su ogni tipo di terreno, comprese le nevi in Svezia e Finlandia. Nel 1993, in Nuova Zelanda, mette la sua firma sulla prima e unica vittoria nel WRC della Subaru Legacy, poi “sostituita” dall’Impreza l’anno seguente. 

Record e rivalità
Dal 1994 in Subaru arriva anche il due volte campione del mondo Carlos Sainz (1990, 1992), padre dell’attuale pilota della Ferrari in F1. Stili diversi, amici e grandi rivali. La casa nipponica detta legge e il titolo iridato lo conquista proprio McRae (90 punti), incoronato davanti allo spagnolo (85). Realizza un sogno e diventa il primo campione mondiale britannico nel rally, nonché il più giovane di sempre visti i suoi 27 anni e 109 giorni. Un primato rimasto intatto fino al 2022, quando sul trono è salito il prodigio finlandese Kalle Rovanperä.

Fama, vittorie e delusioni
Costantemente sotto i riflettori, negli anni successivi tenta più volte il bis iridato, ma in cattedra sale il finnico Tommi Makinen, 4 volte campione del mondo con Mitsubishi. Nel 1999, dopo due secondi e un terzo posto, lascia la Subaru per la Ford Focus WRC. Nel 2000, in Francia, uno spaventoso incidente a 160 km/h. Durante una speciale, spingendosi al limite, urta una parete di roccia prima di finire in una scarpata. Insieme al copilota resta bloccato nell’abitacolo per oltre mezz'ora con l’auto che perdeva benzina, ma se la cava con una “semplice” frattura allo zigomo. 

Grande rimpianto resta invece il titolo sfuggito nel 2002, quando si cappottò proprio nell’ultima “tappa” (in Gran Bretagna) e chiuse al secondo posto dietro all’inglese Richard Burns. Sempre nel 2002 gli ultimi splendidi ruggiti, con le vittorie in Grecia - suo terreno di caccia prediletto - e Kenya, che lo portarono a quota 25 successi complessivi nel WRC. Fu il primo a raggiungere tale cifra, poi “sbriciolata” da fenomeni come Sébastien Loeb (80, con 9 titoli Mondiali) e Sébastien Ogier (59, 8 corone). Ma questa è un’altra storia. Gli ultimi balli, senza troppa fortuna, li farà su Citroën tra il 2003 e il 2006.

ImagoMcRae su Citroën nel 2006. Nel suo ultimo rally in Turchia.

Sempre al massimo
Grande amico, tra gli altri, dell’ex pilota di F1 David Coulthard, nella sua vita McRae è sempre stato immerso appieno nel motorsport. Oltre al Rally (146 quelli disputati, con 25 vittorie e 42 podi), si è dilettato anche nel motocross e in altre gare automobilistiche. Spiccano due presenze alla Parigi-Dakar (edizioni 2004 e 2005 con Nissan) e un podio nella 24 Ore di Le Mans nella Classe GTS con la Ferrari 550 Maranello. Da ricordare anche un test in F1 con la Jordan (a Silverstone) e l’apprezzata presenza agli spettacolari X Games.

La scomparsa
La storia di Colin McRae non ha purtroppo un lieto fine. Il 15 settembre 2007, in una data divenuta triste e indelebile per tutti gli appassionati di rally, è rimasto vittima di un drammatico incidente in elicottero - che lui stesso pilotava - insieme a suo figlio Johnny (di soli 5 anni) e due amici di famiglia. Una morte tragica, con lo schianto a 1 km a nord di Lanark, dopo che il velivolo urtò le cime di alcuni alberi. L’inchiesta stabilirà nel 2011 che l’incidente era evitabile, con l’elicottero, completamente divorato dalle fiamme dopo il crash, “coinvolto” in un volo a bassa quota giudicato superfluo e pericoloso.

Tanti ricordi
In carriera c'è chi ha vinto molto di più, eppure Colin McRae resta tra i piloti più iconici e amati. Da molti considerato come il più talentuoso. Magari non il più grande, ma probabilmente il più popolare. Lo scozzese ha anche ispirato la nota serie di videogiochi “Colin McRae Rally”. Dal 15 giugno 1995 è Membro dell'Ordine dell’Impero britannico.

Dal Safari alle nevi, un talento enorme
«Colin era il prototipo del "tutto o niente", il più selvaggio nel periodo dei selvaggi: o la coppa... o la scocca. Come si dice nel rally», ci spiega il ticinese Federico Della Casa, già pilota nelle categorie WRC e R5. «Nel 2002 ha gettato alle ortiche un mondiale andando all-in nel duello tutto britannico con Richard Burns. Era primo e poteva "gestire", ma ovviamente non era nel suo stile… Prendere o lasciare. Al giorno d’oggi anche i team probabilmente interverrebbero, perché il mezzo va “portato al traguardo”. Lì invece andò diversamente. Dopo il botto ricordo ancora le immagini di McRae che prende a calci la macchina… (ride, ndr). È vero che in carriera ha vinto meno di quanto avrebbe potuto, ma all’epoca c’erano tanti "mostri". Lui era un talento e sapeva fare la differenza quasi su ogni superficie. Dalla Grecia al Safari Rally in Kenya, come sulle nevi del nord. In Svezia, per rendergli omaggio, hanno “creato” il Colin’s Crest (premio per il salto più lungo) nella prova speciale di Vargåsen. Insomma è rimasto nel cuore degli appassionati e quando si dice McRae si pensa subito al rally. Oggi c’è Max - figlio di Alister, nipote di Colin - che prova a portare avanti la "dinastia"».

ImagoIl il Colin’s Crest, in Svezia. Il record (45 metri) lo ha stabilito Brynildsen nel 2016.

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COMMENTI
 

Mauz 1 sett fa su tio
Un incidente evitabile dovuto a una manovra spericolata (quando si è troppo sicuri di sé stessi…), che ha coinvolto due bambini piccoli: uno di 5 anni (suo figlio) e l’amichetto di 6, che era semplicemente andato a giocare a casa McRae e si è ritrovato sull’elicottero per fare questo maledetto giro, senza nemmeno che i suoi genitori sapessero e avessero dato il consenso… Colin McRae non era nemmeno in possesso di una licenza di pilota valida.

cle72 1 sett fa su tio
Sarò di un'altra generazione, quindi se si parla di rally, la macchina dei sogni è stata la mitica Lancia Delta integrale con la livrea della Martini Racing. Guidata è portata a due vittorie mondiali dal mitico Miky Biasion. Ancora oggi l'auto icona nei rally venduta a cifre pazzesche.
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