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PICCOLE STORIE«Tanta tensione e tristezza... ho anche pianto»

02.05.24 - 07:00
Il Losanna si è inchinato allo Zurigo nella finale dei playoff: «Siamo andati vicinissimi a un traguardo incredibile».
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«Tanta tensione e tristezza... ho anche pianto»
Il Losanna si è inchinato allo Zurigo nella finale dei playoff: «Siamo andati vicinissimi a un traguardo incredibile».
Chris Sciboz, tifoso sfegatato dei vodesi: «Il gruppo è cresciuto notevolmente e in questa stagione si sono visti i risultati».
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LOSANNA - Il Losanna non ce l'ha fatta. La compagine vodese si è infatti arresa 2-0 allo Zurigo in gara-7 dell'ultimo atto dei playoff di National League (serie 4-3).

I romandi si sono resi protagonisti di un percorso di tutto rispetto e hanno dato filo da torcere ai Lions fino all'ultimo respiro, scivolando però sul più bello. Ricordiamo che nel loro percorso gli uomini di Geoff Ward – terzi in regular season – avevano prevalso nei quarti di finale contro il Davos (4-3), mentre in semifinale si erano poi sbarazzati del Friborgo (4-1). «Ho seguito dal vivo tutte le partite di questa finale, anche in trasferta, ma non siamo purtroppo riusciti a salire sul tetto svizzero per la prima volta nella storia», sono state le parole di Chris Sciboz, tifoso sfegatato del Losanna. «Sono in ogni caso orgoglioso delle prestazioni fornite dalla squadra, anche se la delusione è davvero grande. La tensione era alle stelle e dopo la partita ero disperato, tanto da lasciarmi andare anche a un pianto. Siamo andati vicinissimi a un traguardo incredibile, ma sono fiducioso in vista del futuro prossimo. Negli ultimi anni il club si è mosso molto bene sul mercato, il gruppo è cresciuto notevolmente e in questa stagione si sono visti i risultati».

Dal canto suo lo Zurigo ha colto il decimo sigillo della sua storia, dopo le affermazioni del 1936, 1949, 1961, 2000, 2001, 2008, 2012, 2014 e 2018. «I Lions hanno dimostrato di essere una vera e propria corazzata, dominando dapprima la regular season e in seguito anche i quarti di finale dei playoff contro il Bienne, così come la semifinale contro lo Zugo, vincendo entrambe le serie con il punteggio di 4-0. Gli zurighesi hanno incontrato qualche difficoltà soltanto contro di noi, per questo motivo sono fiero dei nostri giocatori. Non hanno mai mollato e ci hanno regalato delle grandi emozioni, meritano solo applausi. Coach Ward? Sono dell'idea che sia la persona giusta per la panchina del Losanna. È riuscito a plasmare la sua creatura e a dare un'identità alla squadra, valorizzando al meglio le qualità di ogni singolo elemento».

La tifoseria dei vodesi ha dimostrato di essere molto calorosa soprattutto a domicilio, dove ha spesso fatto registrare il tutto esaurito sugli spalti (capienza di 9¦600 spettatori). «Dal 2013, anno dell'ultima promozione del Losanna nella massima serie, la squadra e la tifoseria sono cresciute insieme gradualmente e devo ammettere che siamo davvero in tanti a sostenere i nostri beniamini, anche in trasferta. Quando giochiamo fra le mura amiche la pista si trasforma in un vero fortino e i tifosi diventano il classico uomo in più sul ghiaccio... si è notato anche in questi playoff. In casa il gruppo ha vinto tante partite e lo Zurigo ne sa qualcosa, visto che in questa stagione ha sempre perso alla Vaudoise Arena. Per quanto mi riguarda amo questi colori da quando ho sei anni, visto che sono stato un giocatore amatoriale di hockey e ho fatto tutta la trafila proprio nel settore giovanile dei vodesi. Di conseguenza conosco molto bene tutto l'ambiente».

Il 41enne ha infatti iniziato a praticare questa disciplina quando frequentava la prima elementare e il suo sogno è sempre stato quello di esordire un giorno in Prima Squadra. All'età di 17 anni però – complice un brutto infortunio in cui è incappato – la sua carriera ha subìto un brusco rallentamento e non è più riuscito a fare il grande salto fra i professionisti. Negli anni successivi ha poi difeso i colori di tre squadre – Monthey, Star Lausanne e Renens – militanti nei campionati minori. «Ho sempre vissuto l'hockey come una grande passione e mi sarebbe piaciuto togliermi qualche soddisfazione in più, ma il destino ha voluto diversamente. Non ancora maggiorenne mi sono infortunato seriamente a un ginocchio – finendo sotto i ferri diverse volte – e non sono più stato in grado di esprimermi ai migliori livelli. In questo contesto mi sono però divertito tanto, sia a livello giovanile sia nelle Leghe minori, dove ho avuto la fortuna di instaurare dei legami di fratellanza straordinari. Il gruppo con cui vado a vedere costantemente le partite è molto affiatato ed è formato proprio da alcuni miei ex compagni di squadra. L'obiettivo? Ovviamente salire al più presto sul tetto svizzero. Allez Lausanne!».

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