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PICCOLE STORIE«I giovani arbitri spesso non accettano il dialogo»

21.12.23 - 17:48
Andiamo a conoscere Alfredo Pedrini, allenatore del Breganzona. In carriera ha ottenuto salvezze "impossibili", ma anche vinto campionati
TiPress
«I giovani arbitri spesso non accettano il dialogo»
Andiamo a conoscere Alfredo Pedrini, allenatore del Breganzona. In carriera ha ottenuto salvezze "impossibili", ma anche vinto campionati
«A Breganziona siamo un gruppo molto affiatato e prima di tutto i miei giocatori sono amici. Gli arbitri? Ci vuole serietà, la stessa che noi mettiamo negli allenamenti per preparare la partita del weekend».
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BREGANZONA - L'allenatore? Per alcuni è il mestiere più affascinante al mondo, per altri il più "scomodo" e il più indesiderato. Della serie, quando le cose vanno male, la colpa è sempre la sua.

Tuttavia, ci sono anche coloro che lo fanno per pura passione, come Alfredo Pedrini, alla guida del Breganzona in Terza Lega. Se lo metti in panchina, lui sa ottenere salvezze impossibili ma anche vincere campionati. È un polivalente insomma... «Mi è sempre piaciuto, quando giocavo ero uno che parlava tanto in campo. Alleno da 25 anni e la passione non è mai tramontata. Mi piace stare in mezzo ai ragazzi, in carriera ho sempre lavorato con delle persone disponibili, a parte un paio di eccezioni. Non ho mai avuto grossi problemi con nessuno. Sono un po' un "martello", ma non con i miei giocatori. Indovinate con chi?».

Con gli arbitri?
«Esattamente. Generalmente ho un bel rapporto con i direttori di gara più anziani, quelli della vecchia generazione. È con i giovani che ogni tanto nascono i problemi, poiché non accettano il dialogo e spesso vogliono essere loro i protagonisti. Tanti si presentano già al campo con una certa supponenza, che a me non piace. Ma devo dire una cosa: ci sono anche molti giovani bravi e all'altezza. Sentiamo spesso dirci "Non arrabbiatevi, è calcio regionale". Peccato che queste parole valgano esclusivamente quando fanno loro comodo... Ci vuole serietà, la stessa che noi mettiamo negli allenamenti per preparare la partita del weekend».

Parliamo del campionato, che vi vede al secondo posto a -1 dalla capolista Rapid Lugano I...
«Regna davvero tanto equilibrio: ci sono sei/sette squadre che più o meno sono allo stesso livello. Il nostro obiettivo è quello di rimanere nella parte alta della classifica, ma sappiamo che il ritorno spesso si trasforma in un altro campionato. Dipende da molti fattori: la preparazione, gli infortuni e anche il mercato. Per citarvi un esempio, noi nella seconda metà di stagione non potremo contare su Patrick Murer, autore fin qui di 11 gol, poiché impegnato a militare. Ma non ci nascondiamo, proveremo a salire».

Che squadra hai fra le mani?
«Abbiamo un gruppo molto affiatato e, prima di essere una squadra, i miei giocatori sono amici. Ogni tanto, dopo gli allenamenti, arrivano le pizze nello spogliatoio. Per la buona riuscita di un campionato lo spirito è determinante e molte volte è la componente determinante a questi livelli. Alcuni mi chiamano l'uomo delle salvezze impossibili, per via di quelle ottenute recentemente con Maroggia e Ceresio. Ma in carriera ho anche vinto qualche campionato, portando il Melano e il Canobbio dalla Quarta alla Terza Lega».

Sei anche un appassionato di calcio... guardato?
«Eccome! Sono uno juventino DOC, sono abbonato e appena posso vado a Torino. Juventini si nasce, non si diventa. Non mi piace Allegri, non mi è mai piaciuto. È troppo difensivista. Ma è comunque lì in alto a giocarsela, come il mio Breganzona».

Spostando il discorso alle nostre latitudini, cosa avresti fatto con Murat Yakin?
«Fosse stato per me lo avrei allontanato. Non tanto per come allena, perché non lo so, ma per la gestione di alcuni episodi. La colpa però non è solo sua, trovo si porti dietro alcune problematiche non risolte dalle vecchie gestioni. Abbiamo una Federazione un po' troppo debole, fattore che Murat Yakin sta pagando sulla sua pelle».

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COMMENTI
 

Cula 4 mesi fa su tio
Eccezione a Melano😂😂😂

Capra 4 mesi fa su tio
Troppo 😛

Capra 4 mesi fa su tio
Troppa ego!
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