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Il Cavallino ha già il fiatone: «Zone d'ombra e confusione»

FORMULA 1Il Cavallino ha già il fiatone: «Zone d'ombra e confusione»

11.04.23 - 09:30
In Ferrari si cerca la luce, ma il primo bilancio è quasi imbarazzante: per trovare un inizio peggiore bisogna tornare addirittura al 2009.
keystone-sda.ch / STR (Scott Barbour)
Il Cavallino ha già il fiatone: «Zone d'ombra e confusione»
In Ferrari si cerca la luce, ma il primo bilancio è quasi imbarazzante: per trovare un inizio peggiore bisogna tornare addirittura al 2009.
Alex Fontana: «Parliamo dei piloti? La Rossa è improntata su Leclerc. Sainz fa quello che può, ma sotto sotto percepisce che non ha tutta la squadra dalla sua. FIA con parrucca e naso da clown? Dovrebbero esserci regole a prova di bomba, ma non è così. E non siamo nella Nascar...».
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MELBOURNE - Da profondo rosso. Non è difficile trovare le parole giuste per etichettare l’inizio di stagione della Ferrari, che tra errori, incidenti, sfortune e problemi di affidabilità non si è fatta mancare nulla. 

Il nuovo Team Principal Frédéric Vasseur ha parlato apertamente di frustrazione, col Cavallino che ha sempre qualcosa che non va. Sono 26 i punti raccolti nei primi tre round (20 da Sainz; 6 da Leclerc), dove è andato quasi tutto storto. Certo la Rossa poteva ottenere molto di più, ma intanto per trovare un inizio peggiore bisogna tornare addirittura al 2009…

«E pensare che nelle ultime annate alcune sono state anche disgraziate - interviene il pilota ticinese Alex Fontana - C’è anche una buona dose di sfortuna, ma sono tanti i punti che stanno venendo a mancare, a partire dallo sviluppo. La macchina era nata bene, ma da lì non sono riusciti a costruire. A sprazzi mostra qualità e velocità sul giro secco, ma poi non riescono a migliorare le zone d’ombra. Sembra quasi che non sappiano nemmeno loro i motivi di questi alti e bassi. Ora, con la crescita della Mercedes e la costanza dell’Aston Martin, è un attimo trovarsi verso i margini della top-10».

Vasseur è arrivato per aprire un nuovo corso, ma al momento - tra partenze, incomprensioni e presunti malumori - la Ferrari sembra più una polveriera.
«Attualmente regna confusione. Vasseur ha tanta personalità e il cambio ai vertici è stato importante. È un team principal che vuole davvero decidere, non essere guidato. Vuole scegliere gli ingegneri, gli specialisti e dove metterli. La squadra è stata rimescolata in tempi brevi e non è semplice trovare un amalgama. Sono grandi cambiamenti che necessitano anche anni. Per agevolare il percorso servirebbero dei risultati. Se invece si inizia a sparpagliare punti a destra e a sinistra, diventa dura».

A questo proposito merita un approfondimento anche il discorso piloti, che sentono pressione e iniziano a sbagliare, come nel doppio zero australiano…
«Parliamone. La Rossa è improntata su Leclerc, ma il pilota ora si è un po’ perso e a Melbourne ha commesso un errore grossolano compromettendo subito il suo GP. Sainz fa quello che può, ma sotto sotto percepisce che non ha tutta la squadra dalla sua. Quando è davanti al compagno, sembra quasi che dia fastidio. Se ci mettiamo anche i problemi di affidabilità e i fattori imponderabili di una gara - tra bandiere rosse e contatti - ecco che diventa difficile. Sono piloti capaci e bisogna puntare appieno su entrambi. Carlos magari è meno veloce sul giro secco, ma è molto completo».

Per fare un po’ di chiarezza potrà servire questa pausa, con il prossimo GP in agenda a Baku a fine mese. Nel frattempo, se la Ferrari ha già il fiatone, la Red Bull domina e Verstappen sembra (inesorabilmente) lanciato verso un nuovo trionfo.
«Sicuramente la Red Bull è iper-competitiva e sta (almeno) un passo avanti alla concorrenza. Verstappen poi è sereno, freddo nei duelli e sa di non dover nemmeno vincere ogni gara. Gli “basta” arrivare in fondo e i suoi punti li fa. Questo mix è difficilissimo da attaccare. Però attenzione: qualcosina concede anche lui e alcuni errori, come l'escursione sull’erba a Melbourne, in un circuito cittadino sarebbe costata caro. Non è invincibile e aspetterei per dare per morto un campionato di 23 gare».

Capitolo Mercedes. Lo scorso Mondiale hanno sofferto tantissimo - in primis per il porpoising - e solo nel finale si sono visti dei raggi di luce. Quest’anno è più competitiva.
«Nei primi due GP hanno incontrato più difficoltà di quanto mi aspettassi. Poi però, dall’Australia, c’è stato un notevole miglioramento. Peccato per Russell che è stato tradito dal motore, ma i segnali sono positivi. Entro metà stagione potrebbero lottare per qualche vittoria, mentre lo scorso anno era impensabile».

Tre gare, tre podi, tre terzi posti. Impossibile non parlare dell’inossidabile Fernando Alonso, due volte campione del Mondo che, a 41 anni, con l’Aston Martin sta brillando.
«Il talento è sempre quello. Ha trovato una squadra che lo coccola e stanno vincendo in pieno la scommessa. Stroll non sembra patire il conflitto - la squadra in fondo è di suo papà - ed è benvoluto da tutti. Si è creato un habitat ideale e sta già andando oltre le aspettative iniziali. Il team lo adora come un Dio e non ha rotture di scatole con i compagni».

Ultime battute, inevitabili, sull’assurdo caos al quale abbiamo assistito a Melbourne, con una gestione della Direzione Gara quantomeno discutibile. Il tutto nel nome della sicurezza, ma generando l’effetto opposto, con un finale che si è trasformato in corrida. Sui social, per rendere l’idea, è diventato virale il logo della FIA con naso e parrucca da clown.
«C’è stato un bel casino... La F1 dovrebbe avere delle regole a prova di bomba, ma di fatto non è così e ogni tanto vediamo delle interpretazioni originali. A volte, per lo spettacolo, si cambiano le carte in tavola. Il tifoso medio, che segue per davvero e non è lì solo per lo show, inizia a storcere un po’ il naso. Magari va bene per i nuovi fan in arrivo da Netflix, ma chi guarda l’automobilismo si chiede se non sia un’esagerazione. Una partenza da fermo a tre giri dalla fine dove tutti montano le gomme soft, porta a conseguenze inevitabili… Si creano danni e situazioni pericolose. Non siamo nella Nascar con macchine abituate a fare a sportellate, in vetroresina, con Roll-bar e tetto chiuso… siamo sempre in F1».

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COMMENTI
 

Libero 1 anno fa su tio
Mi piacerebbe un articolo dedicato alla sauber non esiste solo la Ferrari in formula 1

Aka05 1 anno fa su tio
Risposta a Libero
Concordo, da Ferrarista sono mesi che lo dico. Dev’essere un virus che ha contagiato i vari Zapelloni e company… Ho una mia personale idea sul perché, ma limitiamoci a dire che forse é solo ossessione. Peccato!

F/A-19 1 anno fa su tio
Risposta a Libero
Ma sai Libero, oramai che vinca o che perda sempre della premiata scuderia si parla. Se ne parla anche in modo dispregiativo, per esempio il giornalista di questo articolo non fa nemmeno un paragone con l’anno passato nel quale la rossa dopo 3 gare era nettamente in testa al mondiale e le lattine erano alla disperazione, poi sappiamo tutti come andò a finire. Delle frecce d’argento un minimo accenno al motore Mercedes esploso a metà gara, vogliamo ricordare quando esplose il motore di Leclerc i fiumi di inchiostro che si sprecarono? Per non parlare di tutto l’articolo che ci ha proposto che pare una copia di quanto si legge sui social, quindi ciò fa capire la preparazione e l’impegno. Niente a che vedere con i vari Zermiani di un tempo od a Pino Allievi, ma anche ai commenti e disegni esplosi di Giorgio Piola, dei monumenti in confronto.

Bric&Brac 1 anno fa su tio
Tra 1 decennio è ancora presto, vendete la squadra a chi è capace
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