Colombia-Giappone è anche una faccenda tra vecchie glorie
SARANSK (Russia) - Quattro anni fa ci fu l'esplosione definitiva di James Rodriguez che, dopo quel pallonetto fantastico nel 4-1 al Giappone e dopo un Mondiale da stella assoluta in Brasile, fu comprato dal Real Madrid per oltre 80 milioni di euro. Stavolta il match tra la sua Colombia e i nipponici non sarà decisivo per la qualificazione ma servirà per avere indicazioni importanti. Dirà se i Cafeteros sono in grado di ripetere l'exploit del 2014 - quando arrivarono ai quarti - e se gli asiatici sono cresciuti in questi anni.
Spinti da grandi qualità individuali, i sudamericani partono con i favori del pronostico dalla loro parte. Le sofferenze nel centrare il pass per la Russia, l'età e gli acciacchi di alcuni primattori lasciano in ogni caso speranze al Giappone. Per sei undicesimi, del resto, la Colombia 2018 è la stessa squadra del 2014: David Ospina, Cristian Zapata, Abel Aguilar, Carlos Sanchez, Juan Cuadrado e James Rodriguez costituiscono ancora la spina dorsale della squadra. «Siamo motivatissimi, i tifosi si aspettano molto da noi e lo sappiamo - è intervenuto mister Pekerman - Vogliamo ottenere almeno quanto raggiunto in Brasile o migliorarci ancora».
L'incognita dei nipponici è rappresentata dalla guida tecnica. Considerato il poco tempo a disposizione Nishino, subentrato in extremis ad Halilhodzić, ha scelto l’opzione più semplice fidandosi totalmente della vecchia guardia. Il ricambio generazionale (con Nakajima, Asano, Ideguchi, Kubo, Morioka) è stato completamente messo da parte per fare nuovamente spazio ai senatori. Il suo Giappone si schiererà con un 4-3-3 in cui il portiere sarà Kawashima; la difesa sarà guidata dall’esperienza di Sakai, Yoshida e Nagatomo. Centrocampo con Yamaguchi Hasebe e Shibasaki mentre in attacco sarà Honda a dover ispirare il duo formato da Osako ed Inui. Nelle precedenti esperienze mondiali solo in due occasioni la selezione del Sol Levante è riuscita a superare i gironi: nel 2002 e nel 2010.