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PAROLA AL TIFOSO«Negli anni '80 c’era maggior abitudine e fierezza nel mostrare per quale squadra facevi il tifo»

15.12.23 - 07:00
Angelo Fieschi racconta il suo amore per l'Ambrì: «Marco Baron, prima la papera, poi il derby vinto. Che ricordi...».
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«Negli anni '80 c’era maggior abitudine e fierezza nel mostrare per quale squadra facevi il tifo»
Angelo Fieschi racconta il suo amore per l'Ambrì: «Marco Baron, prima la papera, poi il derby vinto. Che ricordi...».
«Cereda mi piace molto, forse metterei meno mano alle linee».
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BELLINZONA - Giocatori, allenatore e dirigenti contano tantissimo, ma la vera ricchezza di un club sono i tifosi. Come Angelo Fieschi, 54enne del Bellinzonese, tifosissimo dell’HCAP.

«L’amore per l’Ambrì è sbocciato all’età della Scuola Media. Negli anni ‘80 c’era l’abitudine e la fierezza nel mostrare per quale squadra facevi il tifo. Oggi trovo che i tempi siano un po’ cambiati, non si vede più in giro tanta gente che indossa felpe e sciarpe della propria squadra del cuore. Quando ero ragazzino, soprattutto a ridosso dei derby, vedevi tanti compagni bardati coi colori biancoblù o bianconeri. Si parlava quasi ed esclusivamente di quello. Personalmente ero un assiduo frequentatore della Valascia. Indimenticabile il famosissimo derby giocato da Marco Baron nella stagione 85/86, al quale partecipai dal vivo. In quegli anni il Lugano era una squadra praticamente imbattibile, ma… Prima azione, gol loro di Kenta Johansson, favorito da una mezza papera di Marco Baron. Eppure, malgrado quell’erroraccio, riuscimmo a vincerla e da quel giorno il buon Marco diventò un idolo del popolo biancoblù».

Qual è la cosa più pazza che hai fatto o saresti disposto a fare per l'Ambrì?
«Diciamo che di pazzie vere e proprie non ne ho fatte. Non sono mai stato un tifoso da trasferta. Ma da bimbo, a 12 anni, non era così evidente andare a tutte le partite casalinghe, visto che i treni non erano quelli di oggi. Eppure, cercavo di non mancare mai. Una sera mi ricordo che il termometro segnava -25 e che dopo il primo tempo volevo scappare. Lasciavi ogni sera il caldo di casa tua, consapevole di ciò a cui andavi incontro. Talmente sono innamorato dell'HCAP che la mia mail inizia con Forza Ambrì...».

C'è un giocatore che ruberesti - o se del passato avresti rubato - ai cugini?
«Del passato sicuramente Nummelin, un elemento sopra la media. Adesso i vari Carr, Joly e Thürkauf».

Come valuti il momento attuale dell'Ambrì?
«Dopo anni bui, nei quali ci si salvava per il rotto della cuffia, abbiamo fatto un gran passo avanti. Ultimamente vi sono state un po' di critiche per le tante sconfitte di fila, ma nell’arco di una stagione è impossibile non avere cali. Anzi, a mio avviso era perfino calcolato per arrivare al massimo della forma alla Coppa Spengler».

Cosa pensi della società?
«Stanno facendo un ottimo lavoro, non possiamo lamentarci. Trovo si stia lavorando nella giusta direzione a 360 gradi».

Cosa pensi dell’allenatore?
«A me piace molto Luca. A volte noi tifosi siamo bravi a dire che si sarebbe potuto fare diversamente, ma non è mai facile. Forse l’unico difetto del nostro allenatore è quello di cambiare un po’ troppo spesso le linee. Mi ricordo i vari Trudel/Domenichelli e Bykov/Khomutov a Friborgo che non venivano mai separati. E i risultati ce li ricordiamo tutti…».

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