La Svizzera è chiamata a un riscatto dopo l'opaca Olimpiade. Se il gioco dovesse latitare, l'head coach potrebbe rischiare. Raffainer: «Nazionale come i club: valutazioni a campionato concluso»
COPENAGHEN (Danimarca) - L'avventura al Mondiale è ufficialmente cominciata per la Svizzera, arrivata a Copenaghen e ormai pronta all'esordio di sabato contro l'Austria. Se non la migliore possibile - l'infortunio di Rüfenacht ha un po' complicato i piani di Fischer - la Nazionale si avvicina comunque alla rassegna iridata con positività. Le possibilità di qualificarsi per i quarti di finale, obiettivo dichiarato, sono infatti buone. Soprattutto se in rossocrociato arriverà qualche NHLer...
«Stiamo monitorando le serie Predators-Jets e Golden Knights-Sharks - ha ammesso Raeto Raffainer, direttore delle squadre nazionali - siamo in continuo contatto con Josi, Fiala e Meier. Arriveranno? Non è detto. Accadrà se termineranno la stagione, se staranno bene, se avremo bisogno...».
Si punta ai quarti.
«L'anno delle Olimpiadi è sempre particolare. Solo una volta nelle ultime quattro occasioni nelle quali le due manifestazioni si sono svolte nella stessa stagione - nel 2010 a Mannheim - siamo riusciti a entrare nelle migliori otto. Direi quindi che raggiungere i quarti sarebbe già un ottimo risultato».
Nell'ultimo Mondiale la Svizzera sorprese, riuscendo pure a battere canadesi e cechi. Certo ci fu l'uscita nei quarti con gli svedesi; le sensazioni destate furono in ogni caso buone. Poi c'è stato PyeongChang...
«Alle Olimpiadi c'è stata qualche difficoltà».
Nonostante ciò Patrick Fischer non è mai stato messo in discussione.
«Con l'head coach abbiamo rinnovato il contratto lo scorso dicembre. L'obiettivo, che non è cambiato, è quello di portare avanti un progetto ben definito fino al 2020. Di crescere nel tempo».
I risultati e il gioco espresso devono però sostenere tale crescita. Fischer rischia il posto in caso di Mondiale negativo?
«Dipende tutto da come, appunto, crediamo che il progetto stia proseguendo. In Nazionale funziona come in ogni club: nonostante i contratti, al termine di un campionato, in questo caso il Mondiale, ci si siede attorno a un tavolo e si fanno delle valutazioni».