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LNA«McSorley? Il Ginevra vuole vincere, certi cambiamenti a volte sono necessari»

09.04.17 - 07:41
Goran Bezina si è espresso a proposito del suo ritorno a Les Vernets dopo la breve parentesi in KHL al Medvescak Zagabria: «Sono stato accolto come un re, momento indimenticabile»
«McSorley? Il Ginevra vuole vincere, certi cambiamenti a volte sono necessari»
Goran Bezina si è espresso a proposito del suo ritorno a Les Vernets dopo la breve parentesi in KHL al Medvescak Zagabria: «Sono stato accolto come un re, momento indimenticabile»
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GINEVRA - Dopo 12 campionati a Ginevra, Goran Bezina aveva deciso al termine della stagione 2015/2016 - all'età di 36 anni - di tentare una nuova avventura in KHL al Medvescak Zagabria, con cui aveva firmato un contratto biennale. Dopo soli sei mesi però, la squadra croata ha dovuto far fronte a diversi problemi finanziari, così Bezina è ritornato a Les Vernets per il finale di stagione, dopo aver totalizzato 15 punti in 56 incontri disputati nella Lega russa. 

A Ginevra il difensore si è subito rivelato indispensabile e, anche grazie al suo arrivo, la squadra è cresciuta notevolmente nelle ultime sfide di regular season, cadendo però sotto i colpi dello Zugo nei quarti di finale dei playoff (4-0). In questo contesto le Aquile possono nutrire un certo rammarico, dato che in gara-1 erano andate molto vicine al colpaccio esterno, perdendo all'overtime, con i Tori che avevano pareggiato in precedenza a soli 7 secondi dal 60', episodio che ha poi condizionato la serie.

In seguito la società ginevrina ha comunicato che Chris McSorley, dopo 16 stagioni, non sarebbe più stato l'head-coach delle Aquile.

Goran, come vedi il Ginevra senza McSorley?
«Chris è diventato il simbolo del Ginevra e il fatto che non sia più in panchina rappresenta un grande cambiamento per tutto l'ambiente. Lui è partito dal basso e in 16 anni è riuscito a portare il club a un livello altissimo, anche se negli ultimi periodi la squadra ha vissuto un calo e non è riuscita a raggiungere gli obiettivi prefissati. Il Ginevra punta ogni anno al titolo e a volte, per riuscire a vincere, certi cambiamenti sono necessari. Sarà particolare questa nuova situazione, ma penso sia giusto così: bisognava cambiare per provare a salire di livello».

La sconfitta all'overtime in gara-1 dei quarti di finale contro lo Zugo non ci voleva: quel pareggio a 7 secondi dal 60' vi ha tagliato le gambe...
«Sicuramente quell'episodio ci ha destabilizzato, anche perché giocare in casa gara-2 in vantaggio 1-0 nella serie, sarebbe stata una situazione ben diversa. Questo però è l'hockey e noi non siamo stati in grado di reagire: non so cosa sia successo, ma a livello mentale qualcosa non ha funzionato. Eravamo nervosi e nelle partite seguenti abbiamo preso troppe penalità perdendo poi malamente. Trovo che sia un peccato perché sul finire della stagione la squadra era in crescita».

Come hai vissuto il ritorno a Ginevra? Alla fine della scorsa stagione avevi ben altri obiettivi riguardanti il tuo futuro...
«Quando ho firmato a Zagabria, l'idea era ovviamente quella di disputare almeno due stagioni in KHL e non di ritornare a Les Vernets dopo soli sei mesi. Sono il primo a essere rimasto sorpreso, ma ci sono state delle variabili che si sono incontrate e che alla fine hanno soddisfatto tutte le parti: il Medvescak - che è stato colpito da problemi finanziari -, il Ginevra - che aveva bisogno di un difensore - e anche la mia persona, dato che non mi era piaciuto come mi ero lasciato con il club dopo dodici anni: ho così potuto vivere una seconda occasione per migliorare la situazione. A Zagabria ho in ogni caso ritrovato la fiducia nei miei mezzi e la voglia di giocare a hockey che negli ultimi anni a Ginevra avevo un po' perso. La mia sfida era quella di riuscire a togliermi le mie soddisfazioni anche in un campionato competitivo come la KHL e ci sono riuscito».

Cos'hai provato al tuo ritorno a Ginevra?
«Un'enorme felicità perché oltre ad aver avuto la fortuna di poter ritornare a Ginevra, sono anche stato accolto come un re e non me lo aspettavo. È inutile dire che mi ha fatto piacere sapere di avere tutto questo sostegno da parte del popolo ginevrino: sono state delle emozioni forti. Mi dispiace solo non essere riuscito ad aiutare maggiormente la squadra nei playoff».

...e il tuo futuro?
«È tutto ancora incerto, devo monitorare ogni giorno la situazione legata al Medvescak. Non si sa ancora se la squadra potrà iscriversi nella prossima stagione al campionato di KHL, ma se così fosse onorerei il mio contratto. Se invece non sarà il caso, mi piacerebbe ovviamente firmare ancora per il Ginevra, sperando che anche la società la pensi allo stesso modo. Ne saprò di più a inizio maggio».

E fare un giorno l'allenatore, magari del Ginevra?
«Per il momento ho ancora voglia di giocare, ma un giorno mi piacerebbe. Sarei anche avvantaggiato dato che conosco perfettamente l'ambiente, lo staff, i giocatori, la mentalità, le ambizioni e come reagisce la piazza. Ovviamente non potrei diventare subito head-coach perché ho ancora molte cose da imparare, ma è un ruolo che mi stimolerebbe molto».

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