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L'ex attaccante di Lugano e Ambrì, Stefano Togni, si è anche espresso a proposito dei bianconeri: «Ireland? È molto più comunicativo con i giocatori rispetto a Shedden»
AMBRÌ - Nella giornata di ieri l'Ambrì ha ufficializzato Gordie Dwyer in panchina. Il nuovo head-coach avrà così il compito di dirigere i biancoblù nelle ultime sette partite di regular season e di portarli alla salvezza nei seguenti playout. A questo proposito si è espresso l'ex attaccante degli anni '90 di Lugano e Ambrì, Stefano Togni.
Stefano Togni, come vedi la situazione legata all'Ambrì?
«Adesso come adesso era inevitabile che Kossmann venisse allontanato. Nelle ultime partite i giocatori non rispondevano più agli "input" che dava l'allenatore e una scossa a tutto l'ambiente era necessaria. Ora è arrivato un sergente di ferro e con lui i giocatori saranno obbligati a fare quel click mentale, dovranno prendersi le loro responsabilità e dare il 120%. È importante che il gruppo resti compatto e remi nella stessa direzione di Dwyer, solo in questo modo potrà limitare i danni».
All'ambiente serviva comunque una scossa già qualche mese fa. Come mai il club non si è mosso prima secondo te?
«La società avrebbe indubbiamente dovuto esonerare prima Kossmann, anche perché ora la squadra non si troverebbe in queste condizioni. Era traballante già due mesi fa, ma probabilmente non era nemmeno così evidente trovare un sostituto ideale. Alla fine la dirigenza si è convinta che il tecnico potesse ancora trasmettere efficacemente le sue idee al gruppo e ha quindi deciso di dargli fiducia. Nelle ultime partite però i biancoblù sono crollati, è mancato lo spirito di squadra e la voglia di vincere: il segreto adesso è restare uniti - allenatore, giocatori, società e tifosi - per uscire tutti insieme da questa spirale negativa».
Pensi che i leventinesi siano destinati a disputare la finale dei playout?
«In questo momento la situazione è critica e tutti quanti sono obbligati a tirarsi insieme. Non ci sono molte opzioni dato che Duca e compagni hanno diversi punti di ritardo in classifica rispetto agli avversari diretti: conta solo vincere il più possibile. Se poi la squadra dovesse disputare la finale dei playout, l'importante è che metta sul ghiaccio le motivazioni giuste, poiché in un contesto del genere non si ha niente da guadagnare, ma tutto da perdere».
Capitolo Lugano: la mossa Ireland si sta rivelando azzeccata, con il nuovo tecnico che è riuscito a vincere entrambe le partite in trasferta cui ha preso parte...
«Personalmente credo che Ireland abbia molta più comunicazione con i giocatori rispetto a Shedden, dato che in panchina lui parlava poco, ma questo era il suo stile. Il nuovo tecnico invece interagisce molto con i suoi ragazzi e nelle partite esterne ha applicato un sistema di gioco difensivo più sicuro e stabile, dove anche le ripartenze sono molto rapide. La squadra sta dimostrando che con un buon assetto difensivo si possono fare punti anche fuori casa».
