Combattente e simbolo: Yussuf Poulsen vuol trascinare la Danimarca
Il 26enne è uno dei protagonisti del "miracolo-Lipsia"
COPENAGHEN - Sguardo in alto e mani puntate verso il cielo. Questo è il rituale che da sempre accompagna i gol di Yussuf Poulsen in ricordo del padre Yurary, deceduto quando lui aveva appena sei anni. Per Poulsen, papà Yurary ha sempre rappresentato un modello d’ispirazione, una figura eroica a tutti gli effetti. Emigrato dalla Tanzania, egli era stato in grado di costruirsi una nuova vita nel profondo nord della Danimarca, formando una famiglia e garantendole stabilità.
Lavoro, volontà e sacrificio sono stati i suoi pilastri indissolubili, e questi stessi valori sono stati interamente ereditati da Yussuf. Basti osservare una qualsiasi performance di Poulsen per comprendere che si tratta di un giocatore che non getta mai la spugna, perennemente affamato e particolarmente generoso. Non è un caso, dunque, che Yussuf abbia scelto di onorare il padre, facendo stampare il nome “Yurary” sulla sua casacca della nazionale danese. Il nome del papà compariva anche sulla maglia del Lyngby, squadra in cui ha militato prima di trasferirsi in Germania, al Red Bull Lipsia.
Tra le file dei “RotenBullen”, Poulsen ha assunto ormai il ruolo di simbolo della compagine. Sbarcato in terra tedesca quando il Lipsia era ancora in terza divisione, il danese è stato principale protagonista del repentino viaggio ascendente che ha visto la squadra raggiungere i vertici del calcio europeo nel giro di pochi anni, arrivando addirittura a partecipare a una semifinale di Champions League, giocata lo scorso anno contro il Paris Saint Germain.