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SIVIGLIA«Ricordo solo un sogno. C'erano due strade, io andavo in una direzione e nell'altra vedevo mio padre»

24.12.23 - 12:00
Coma e convalescenza: il portiere del PSG ha raccontato la sua lotta tra la vita e la morte
Imago
«Ricordo solo un sogno. C'erano due strade, io andavo in una direzione e nell'altra vedevo mio padre»
Coma e convalescenza: il portiere del PSG ha raccontato la sua lotta tra la vita e la morte
In maggio il 30enne era stato vittima di un bruttissimo incidente a cavallo.
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SIVIGLIA - Ha lottato tra la vita e la morte dopo una brutta caduta da cavallo che gli aveva provocato un forte trauma cranico, con interessamento della colonna vertebrale. È la storia di Sergio Rico, portiere del PSG che si è raccontato in uno speciale che andrà in onda a inizio gennaio su “DAZN”.

Il 30enne, operato per un pericolosissimo aneurisma cerebrale, aveva passato 82 giorni all’ospedale di Siviglia - 22 in coma farmacologico - dopo il ricovero in condizioni giudicate gravissime lo scorso 28 maggio. Ora Sergio Rico sta meglio e un passo alla volta procede nella sua riabilitazione. Nel suo racconto, intenso, descrive un sogno e anche alcuni episodi della sua convalescenza.

«Di quando ero in coma ricordo solo un sogno - racconta il portiere in questo primo estratto - C'erano due strade, io andavo in una direzione e nell'altra vedevo mio padre. L'ho chiamato "Papà, papà!”, ma non mi ha risposto. Ne ho parlato con alcuni psicologi e quello che mi hanno detto è che questo significava che non era ancora arrivato il mio momento». Va ricordato che il padre del portiere è morto prima che si verificasse l'incidente.

Poi, nel periodo della convalescenza - con Rico ancora un po’ “spaesato” - c’è un episodio con protagonista anche Sergio Ramos, ex PSG. «Un giorno ho parlato su FaceTime con Sergio Ramos e ho cominciato a raccontargli che quella mattina ero stato al supermercato, dove avevo conosciuto i suoi genitori. Ramos mi seguiva, mi dava retta ma in fondo pensava: “Cosa dice questo ragazzo?!”. Allora mi sono reso conto della situazione e gli ho detto: “Beh, forse no, non farci troppo caso…” Lui non mi ha mai detto "Sergio, ma tu sei in ospedale…!”».

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