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L'OSPITE – ARNO ROSSINIDobermann Constantin: «Ma fuori dallo stadio è brillante, simpatico, alla mano»

19.09.18 - 07:01
Arno Rossini ha raccontato il presidente del Sion e messo in guardia Yakin: «Il nome non conta nulla. Con un campionato normale e un'eliminazione in Coppa dovrà preparare il trolley»
Keystone
Dobermann Constantin: «Ma fuori dallo stadio è brillante, simpatico, alla mano»
Arno Rossini ha raccontato il presidente del Sion e messo in guardia Yakin: «Il nome non conta nulla. Con un campionato normale e un'eliminazione in Coppa dovrà preparare il trolley»
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SION – Fuori Maurizio Jacobacci, dentro Murat Yakin: un'altra prevedibile rivoluzione si è consumata al Tourbillon.

La stagione è ancor giovane e i risultati della squadra modesti ma non certo disastrosi; perché dunque non attendere per il cambiamento? Perché non dare altro tempo al 44enne mister? Semplicemente perché il vaso della pazienza del patron Constantin è piccolissimo e per farlo traboccare servono davvero poche gocce.

Forse il presidentissimo dei vallesani in questo caso ha ragione, forse davvero il gruppo vale più di un punto di media a partita (solo il campo lo dirà, nelle prossime settimane); di sicuro i continui cambiamenti non regalano serenità a un ambiente caldissimo. Che sogna sempre di arrivare a successi e trofei.

«Christian Constantin è una persona eccezionale – è intervenuto Arno Rossini, che a Sion ha lavorato (da vice di Gattuso) nel 2013 - è brillante, simpatico, alla mano. Tutto questo finché non supera il cancello dello stadio».

Dottor Jekyll e Mister Hyde?
«Si trasforma ma non lo fa per cattiveria. È che odia perdere. Proprio non concepisce la sconfitta. Non la digerisce. Non ce la fa».

Nel recentissimo passato a Sion hanno lavorato soprattutto allenatori in cerca di riscatto o dell'occasione della vita. D'altronde rifiutare il Tourbillon...
«È difficilissimo. Stiamo parlando di un ambiente incredibile, di un club sano, ricco e ambizioso... Pur sapendo in anticipo quello che ti troverai ad affrontare, declinare non è semplice».

A Lugano ci lamentiamo di Renzetti, che con le sue uscite e le sue interferenze spesso complica - e di molto - la vita dei tecnici...
«Con tutto il rispetto, il presidente dei bianconeri è un cagnolino e quello dei biancorossi un dobermann. Non c'è paragone tra le condizioni di lavoro nei due club, nei due spogliatoi».

Torniamo nel Vallese: Yakin è un mister già formato, che non ha bisogno dello stipendio per arrivare a fine mese e che, nonostante un paio di avventure non andate benissimo, ha ancora un “nome”. E poi ha un bel carattere. Tutto questo dovrebbe frenare un po' Constantin.
«Non credo proprio. Se i risultati non arrivano non c'è curriculum, nome o compenso che tenga».

Questo è chiaro, ma magari il 44enne può arrivare almeno a fine anno.
«Può essere. Però... ribadisco, dipende dai numeri. Il massimo dirigente dei vallesani vuole tutto e subito: se il nuovo allenatore non saprà portare immediatamente delle vittorie per lui si metterà velocemente male».

Almeno un paio di mesi glieli diamo?
«Fissiamo una data. Tra il 31 ottobre e l'1 novembre si giocherà il prossimo turno di Coppa, nel quale il Sion affronterà il San Gallo. Se fino ad allora in campionato il cammino sarà stato modesto e con i biancoverdi sarà eliminazione, allora Murat potrà preparare il suo trolley...».

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