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TENNIS«Alcaraz è di ghiaccio e sull'erba sembrava volare»

18.07.23 - 07:00
Riposto in bacheca il secondo Slam, Carlos Alcaraz è un baby prodigio destinato a entrare nell'Olimpo del tennis e trainare la Next Gen.
keystone-sda.ch (ISABEL INFANTES)
«Alcaraz è di ghiaccio e sull'erba sembrava volare»
Riposto in bacheca il secondo Slam, Carlos Alcaraz è un baby prodigio destinato a entrare nell'Olimpo del tennis e trainare la Next Gen.
Lo spagnolo, 20 anni compiuti a maggio, ha tantissime armi a sua disposizione e con Ferrero può ancora crescere. Luca Margaroli: «Ha una capacità mostruosa di adattarsi ai suoi avversari. Djokovic? Pensavo fosse l'anno buono per il Grande Slam, e invece...».
WIMBLEDON ENGLAND16.07.2023

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ALCARAZ C. (ESP)
3 - 2
DJOKOVIC N. (SRB)
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WIMBLEDON - 11 settembre 2022. Carlos Alcaraz, fenomeno di Murcia, offuscava persino le luci della Grande Mela col suo talento abbagliante. Era il giorno del suo primo Major, il giorno in cui in tanti iniziavano a chiedersi se quella vista a New York fosse davvero l’alba di una nuova era. Ancora un po’ presto, ma i segnali c’erano tutti, con Carlitos diventato il più giovane numero 1 al mondo a 19 anni, 4 mesi e 6 giorni. 

16 luglio 2023. Djokovic è battuto, Wimbledon ha un nuovo sovrano e, per modalità, i “connotati” sono quelli di una data storica che potrebbe segnare per davvero un cambio di consegne nell’Olimpo del tennis, con l’iberico - destinato a fare da traino della Next Gen - degno erede dei più grandi (il nostro Federer, Nadal e appunto Djokovic).

Classe, fisicità, intensità e una moltitudine di “armi” a propria disposizione, sapientemente incrementate con l’aiuto di coach Juan Carlos Ferrero, uno che la vetta del ranking la assaggiò nel 2003. Il modo in cui Alcaraz (Atp 1) ha piegato la resistenza di un “cyborg” come Nole, costretto a cedere al quinto set e veder sfumare l'ottavo trionfo londinese, ha impressionato tutti.

«Abbiamo visto una battaglia epica, vinta meritatamente da un prodigio con le doti di un camaleonte, capace di variare il suo gioco e adattarsi con una facilità mostruosa ai suoi avversari», interviene il ticinese Luca Margaroli, attualmente impegnato al Challenger ad Amersfoort, in Olanda.

Capacità di adattarsi agli avversari, ma anche alla superficie. Lo stesso Djokovic ha ammesso che pensava di incontrare difficoltà sul rosso e sul duro, ma probabilmente non sull’erba… «Si è mosso benissimo, sembrava volare. Poi ha un tocco incredibile. Mi ha impressionato anche per forza mentale. Sembra di ghiaccio. Alla fine del quarto set si pensava che Nole potesse prendere il sopravvento anche grazie alla sua esperienza, ma così non è stato. Ha sbagliato più del solito e Alcaraz ne ha approfittato. Poi l’ultimo game, affrontato in quel modo e con quel coraggio, dice tutto sulla sua abilità nel giocare i punti importanti».

Il suo fisico massiccio - croce e delizia - lo ha costretto nel recente passato a qualche stop di troppo per infortunio. L’unica incognita può essere questa. «Questo è vero, ma anche di Rafa, suo mito e “predecessore”, si diceva così. Ha ancora tantissima strada da fare, ma se dovesse rimanere integro sono convinto che si avvicinerà ai top per numero di Major. È lui il vero erede dei Fab Four, includendo pure il miglior Murray».

Intanto Djokovic, inossidabile 36enne, ha dovuto cedere dopo 4 anni il suo regno londinese, ma siamo sicurissimi che lo vedremo ancora battagliare e alzare trofei. «Assolutamente. Pensavo che questo fosse addirittura l’anno buono per fare il Grande Slam. Obiettivo sfumato, ma fisicamente sta benissimo e qualche Major lo vincerà ancora. Però anche lui non durerà in eterno. Dopo il suo ritiro bisognerà capire chi dei nuovi riuscirà davvero a contrastare Alcaraz. Vedo Sinner, Rune e anche Musetti, ma per ora Carlitos è quello che ha fatto più progressi e in tempi più brevi. Ora c’è lui sul tetto del mondo».

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COMMENTI
 

Evry 9 mesi fa su tio
GRANDE, l'umiltà a strasciato l'arroganza e prepotenza, complimenti auguri e avanti tutta.
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