Il successo in CdM ha proiettato la Gut in una nuova dimensione. La prossima sfida, dopo la festa, sarà la più dura: confermarsi
LENZERHEIDE - Sei vittorie e un totale di dieci podi stagionali. Qualche passaggio a vuoto ma anche tante, tante magie: Lara Gut ha coronato un'annata superlativa con il trionfo in Coppa del Mondo. Il primo rossocrociato a distanza di 21 anni da quello di Vreni Schneider (che si impose nel 1989, 1994 e 1995).
La sfera di cristallo, solamente sognata fino a qualche settimana fa, si è concretizzata in un weekend solamente normale. Non era in ogni caso a Lenzerheide, dove i tifosi l'hanno celebrata, che la ticinese doveva costruire il proprio successo. Quello è divenuto sempre più vero, sempre più tangibile, con cinque mesi di prove ad altissimo livello.
Da ottobre in avanti Lara ha tenuto il piede ben pigiato sull'acceleratore. Partendo dal quarto posto di Sölden e continuando poi con le gioie ad Aspen, in Val-d'Isère, Lienz, Garmisch e la Thuile, la ticinese ha più volte mostrato di aver raggiunto la maturità necessaria per fare il colpaccio. L'uscita di scena di Lindsey Vonn non è per forza stata un colpo di fortuna per la 24enne la quale, battendosi fino a St.Moritz, alla forte rivale sarebbe anche potuta arrivare davanti.
Non è in ogni caso questo il momento per i se e i ma, per ipotizzare quel che sarebbe potuto succedere. Per quello è meglio attendere, magari la prossima stagione, quando tutte le protagoniste ripartiranno da zero. È questo invece il momento per celebrare una campionessa, partita dal piccolo Ticino e arrivata in cima al mondo.