Cerca e trova immobili
Mantenere uno sguardo benevolo e positivo su ogni singolo studente. Ecco la sfida delle scuole della Fondazione San Benedetto.
“Per insegnare la matematica a Pierino, bisogna conoscere la matematica e Pierino.” Ho ritrovato questa frase in una newsletter il cui autore, Mauro Martinoni, ho avuto la fortuna di incontrare come professore all’USI ormai molti anni fa. Potrebbe sembrare un banale aforisma, perché siamo più spesso convinti che, come dicevano i latini, “se una cosa la sai, la sai anche spiegare” – ma credo che questo non basti.
Insegnare significa proprio creare occasioni in cui ogni allievo e ogni allieva, con le sue particolarità e unicità, possa incontrare la cultura e conoscere il mondo. Perché ognuno è unico, ognuno di noi ha talenti e limiti, passioni e blocchi. La matematica sarà sempre la stessa, ma il modo di impararla sarà ogni volta diverso, così come il modo di insegnarla. E non basta saperla, se non conosci Pierino.
Imparare a conoscere i propri allievi e le proprie allieve e proporre la propria materia in maniere diverse sono competenze base per i docenti di tutti gli ordini scolastici. Creare un contesto in cui l’attenzione a ogni singolo allievo sia possibile e ricercata è compito di una scuola e delle direzioni scolastiche in particolare. Pressati da programmi, pianificazioni, orari e gestione di mille urgenze, sarebbe chiaramente più facile gestire la scuola come una “catena di montaggio delle competenze”. Non è semplice ricordare l’essenziale: mantenere uno sguardo benevolo e positivo su ognuno dei giovani che ci sono affidati. Questa è una delle sfide centrali che fa parte del DNA delle scuole della Fondazione San Benedetto.
Per le famiglie, l’attenzione portata al singolo allievo può essere un criterio chiave di scelta per la scuola cui vogliono affidare i propri figli, pubblica o privata che sia.
Luca Botturi
Presidente Fondazione Scuole San Benedetto
Info: www.scuolesanbenedetto.ch
