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L'OSPITEIl signor Salario Minimo

05.05.14 - 11:54
di Stefano Steiger, deputato PLR
Tipress
Il signor Salario Minimo
di Stefano Steiger, deputato PLR

Un mesetto e poi ci siamo. Il 18 maggio tra Gripen, cure mediche di base, il delicato tema della pedofialia e alcuni oggetti cantonali, c’è anche lui: il signor Salario Minimo. Un tipo ammiccante, uno che promette di risolvere il dumping una volta per sempre.

Mercoledì 2 aprile, da queste colonne, il Presidente della Camera di Commercio Franco Ambrosetti richiamava l’attenzione sul fatto che stabilire un signor Salario Minimo troppo poco minimo è un palliativo. Diceva che il salario minimo che andremo a votare, quello dei 4'000 franchi mensili, è quasi l’80% di quello mediano nazionale e che quando si supera la soglia del 50/60% iniziano i problemi.

Insomma, fissare un signor Salario Minimo, valido indistintamente per tutti, presenta delle ripercussioni negative che non vanno sottaciute, come quelle in ambito di inserimento nel mercato del lavoro. Già, perché se il salario minimo lo fissiamo ad un livello troppo basso non serve evidentemente a nulla, mentre, al contrario, se è troppo elevato allora iniziano i grattacapi, quegli effetti dannosi sull’impiego e sulla disoccupazione tali da vanificare i benefici che si sperava di ottenere.

Ma cosa vorrebbe l’Unione sindacale svizzera con la sua iniziativa? Vorrebbe, nel raffronto internazionale, il salario minimo più elevato sia in valori assoluti sia in termini relativi rispetto al salario della fascia mediana. Insomma, vorrebbe non un salario minimo ma un signor Salario Minimo. Il problema sta però nel fatto che settori quali quello alberghiero, il commercio al dettaglio, la pulizia, l’economia domestica, l’agricolutra, ecc., sarebbero fortemente toccati dalla fissazione di un minimo salariale di 22 franchi all’ora, con il rischio concreto che ad essere minacciati siano in ultima analisi numerosi posti di lavoro.

Prendete un giovane volenteroso, che da poco si è messo in proprio. Uno con voglia di fare, un imprenditore di se stesso, uno di quelli che ognuno di noi trova prima o poi sulla sua strada. Quel giovane dopo un paio d’anni vorrebbe crescere, ampliare la sua attività, investire in risorse lavorative. Vorrebbe assumere un dipendente, ma il salario minimo di 4'000 franchi non se lo può ancora permettere. Vorrebbe dire al possibile dipendente che, i primi tempi, il salario mensile sarà più basso dei 4'000 franchi, ma che, se le cose andranno bene, il salario supererà presto quell’importo. Però non può, perché il signor Salario Minimo ha detto di qui non si passa, con la conseguenza che il giovane imprenditore non assume (lui le rispetta le regole) e la sua attività non cresce.

Con le buone intenzioni si fa presto a tarpare le ali! Basta inventarsi, ad esempio, una cosiddetta tutela reale per il caso di licenziamento senza giusta causa, come nella vicina penisola. Con quelle belle parole, roboanti, quelle dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori, si è ottenuto l’esatto contrario. Si è creato un sistema dove nessuno più assume per paura di non poter licenziare in caso di difficoltà, si è bloccato il mercato del lavoro in entrata, favorendo il lavoro nero e il precariato a tempo indeterminato.

Dicendo di combattere gli abusi e la povertà, si propone anche, alle nostre latitudini, iniziative che impediscono di guadagnare in un mese quanto un altro guadagna in un anno o si chiede l’istituzione di un reddito di base incondizionato e universale (insomma, via i panni della formichina operosa, per indossare quelli della cicala canterina).

Certo, gli abusi vanno sempre e comunque combattutti, che si chiamino dumping o in altro modo. Ma per combatterli, garantendo reale equità e un minimo di sana libertà, non possiamo scollarci da un sacrosanto principio purtroppo un pò demodé. Un principio che dice che i cittadini vanno considerati come persone responsabili e che solo quando uno non si comporta come tale, quando insomma fa il furbetto, vai a tirargli l’orecchio. Non a priori, non con un signor Salario Minimo, perché il dumping non è pappa e ciccia con la stragrande maggioranza degli svizzeri. Perché concentrarsi sull’obiettivo che ogni cittadino possa realmente beneficiare di un salario dignitoso grazie ad investimenti nella formazione e lavorando sulla crescita, significa imboccare la strada giusta per raggiungerlo effettivamente quell’obiettivo. Farlo invece stabilendo imperativamente un signor Salario Minimo ci fa solo cullare nell’illusione che basta una norma di legge per tagliare il traguardo.

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