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L'OSPITEIndustria, necessario un salto di qualità

04.10.12 - 09:45
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Industria, necessario un salto di qualità

BELLINZONA - Un anno fa la Banca nazionale decideva di impedire che il tasso di cambio tra la nostra moneta e l’euro scenda sotto la soglia di 1,20 franchi. Questa scelta, alla quale la banca centrale si è rigorosamente attenuta anche al prezzo di un ingente incremento delle riserve di valuta estera, è ormai diventata un punto fermo nella politica monetaria della Banca nazionale e di riflesso nella politica economica svizzera.

 

La situazione della zona euro, dove l’elevato indebitamento di numerosi Stati si interseca con un andamento congiunturale sfavorevole, induce a prospettare la persistenza nel tempo del tasso di cambio odierno. A dipendenza del successo degli Stati europei sulla via del risanamento potrebbe prodursi un ricupero dell’euro. Perlomeno nel medio termine è tuttavia presumibile che gli scostamenti rispetto al tasso attuale rimangano contenuti.

 

Occorre perciò che la politica economica generale sia adeguata a questo mutato contesto valutario e che le singole aziende sappiano conformarvi la loro rotta.

Per il tessuto industriale ticinese la situazione valutaria odierna evidenzia non solo la necessità ma l’urgenza di un generale e governato innalzamento del livello competitivo grazie in particolare ad una incrementata capacità innovativa delle imprese, in modo da subire in misura meno accentuata l’impatto dell’andamento congiunturale e valutario.

 

 

E dopo gli accordi di crisi?

Oltrepassare nelle imprese le risposte di breve termine

 

Il tonfo dell’euro rispetto al franco ha indotto numerose imprese ad adottare misure di contenimento dei costi o di incremento della produttività, in modo da rimanere concorrenziali rispetto alle ditte estere. In taluni casi, nell’ambito di appositi accordi di crisi, sono state accollate al personale temporanee decurtazioni di stipendio o prestazioni non rimunerate. In altri casi le imprese hanno puntato ad incrementare la produttività, intensificando i ritmi o introducendo talora ulteriori turni lavorativi.

Gli accordi di crisi hanno interessato un’intera categoria (l’industria dell’abbigliamento) e, a nostra conoscenza, una quindicina di ditte degli altri rami. Ancora più diffusa, anche se meno appariscente, è la via dell’intensificazione della produttività.

Chiamando il personale a pagare un pedaggio oneroso, simili soluzioni possono semmai costituire una risposta di emergenza all’impennata della nostra moneta. Non possono comprensibilmente assumere un carattere durevole, pena lo scardinamento della relazione che lega i dipendenti all’impresa. Perdurando la mutata situazione valutaria, devono perciò subentrare misure e adattamenti più profondi e stabili, dotati di un carattere strutturale. Le singole aziende devono cioè riuscire ad effettuare un riorientamento di più lungo respiro dei loro indirizzi organizzativi e produttivi. Occorre che l’interrogativo “e dopo gli accordi di crisi?” trovi una risposta capace di offrire una prospettiva di più lungo termine al cammino dell’azienda.

 

 

Elevare il livello competitivo dell’industria

Un piano per lanciare l’industria verso l’innovazione

 

L’uscita dal campo delle reazioni immediate per porsi su una traiettoria di più lungo termine deve sì coinvolgere le aziende ma deve pure confluire, oltrepassando i confini delle singole ditte, in una strategia di generale e capillare elevazione del livello competitivo dell’industria cantonale.

Il tessuto delle imprese industriali, che soprattutto nel recente passato ha visto affermarsi unità produttive particolarmente interessanti e valide, risente tuttora dell’impronta ad elevata intensità di lavoro che l’ha a lungo caratterizzato. La vicinanza del bacino occupazionale d’oltre frontiera e la possibilità di erogare retribuzioni inferiori alla media svizzera hanno propiziato l’insediamento di imprese a più debole valore aggiunto.

In un contesto valutario più arduo, sarebbe miope continuare ad innestare la competitività del settore sulla disponibilità di manodopera meno cara. Il Ticino ha interesse a mettere in atto una vigorosa offensiva volta ad elevare il livello competitivo delle imprese, puntando su una accresciuta capacità innovativa. Si tratta di agire soprattutto ai livelli seguenti:

- stimolare e sostenere le aziende già in attività ad innovare costantemente i prodotti, i processi di produzione, l’organizzazione aziendale, il marketing, l’accesso a nuovi mercati, ecc.;

- favorire l’insediamento di nuove iniziative innovative (evidentemente anche quelle non prettamente industriali) provenienti dall’estero;

- incentivare e sostenere la nascita di nuove attività innovative (start-up) generate dalla ricerca di base e applicata condotta nelle Università, nei Politecnici, nella Scuole universitarie professionali, negli Istituti di ricerca o frutto di iniziative private.

La priorità deve essere energicamente posta su un generale innalzamento della solidità strutturale e della forza innovativa del tessuto economico cantonale, sia nel settore secondario qui considerato, sia in quello del cosiddetto terziario avanzato.

 

 

Disegnare una strategia cantonale

Mobilitare e sostenere le imprese

 

Occorre una strategia cantonale che si ponga obiettivi programmati di diffusione capillare dell’innovazione e che sappia coinvolgere gli enti rappresentativi (in primo luogo le associazioni padronali) affinché a loro volta mobilitino le singole imprese.

Trattandosi perlopiù di aziende che hanno difficilmente al loro interno la possibilità di assumersi compiti di ricerca, è parimenti necessario supportarle diffusamente con gli enti che si occupano di trasferimento di tecnologie e di ricerca applicata.

In questo contesto, anche la frontiera deve potere assumere una funzione diversa. Dovrebbe costituire un fattore di sviluppo innovativo, grazie alla presenza di imprese particolarmente avanzate con le quali interagire, e non una prevalente riserva di manodopera a più basso costo.

E’ parimenti opportuno essere particolarmente selettivi nell’attirare nuovi insediamenti industriali, evitando le attività che puntano sulla disponibilità di manodopera a basso costo. Il momento è d’altronde favorevole poiché si assiste ad un amplificato interesse per la collocazione di attività imprenditoriali in Ticino.

 

 

Verso un rallentamento economico

Un pungolo aggiuntivo

 

La situazione valutaria ha inizialmente intaccato e in taluni casi compromesso la redditività delle imprese. Ha assottigliato i margini, con ricadute negative sulla capacità di investimento e di costituzione delle riserve. Inizialmente, l’impatto è però almeno in parte stato attenuato dal favorevole andamento degli ordini.

Negli ultimi mesi si è tuttavia prodotto un rallentamento dell’economia che viene ad acuire le pressioni che gravano sulle imprese. E’ perciò opportuno scongiurare che questo ulteriore fattore di difficoltà intacchi la necessaria definizione di una rinnovata strategia aziendale. Deve anzi essere di incentivo ad imboccare con ancora maggiore risolutezza la via del ripensamento delle linee di sviluppo delle imprese.

 

 

Una offensiva sull’innovazione

Una rete efficiente a supporto delle imprese

 

L’esigenza di innalzare complessivamente il livello innovativo dell’industria cantonale, con particolare riferimento a quelle imprese che continuano a innestare prevalentemente (se non esclusivamente) la loro competitività sull’impiego di manodopera a basso costo, deve confluire nell’offerta di incentivi e supporti che collochino le aziende su una traiettoria di progressiva innovazione.

L’offensiva sull’innovazione deve potere essere guidata a livello cantonale e deve potere poggiare sul coinvolgimento attivo delle strutture e dei settori che possono fornire un apporto decisivo alle aziende.

 

DFE

La guida complessiva e il coordinamento della strategia innovativa compete in primo luogo al Dipartimento delle finanze e dell’economia, all’interno del quale la funzione di promozione dell’economia deve potere occupare una posizione ulteriormente rivalutata. L’azione del DFE sarà tanto più efficace nella misura in cui saprà coinvolgere le associazioni padronali e sindacali del settore, che possono costituire una preziosa cinghia di trasmissione degli impulsi all’innovazione verso le singole categorie ed aziende.

 

USI, SUPSI e istituti di ricerca

L’innovazione passa soprattutto attraverso i processi di trasferimento delle nuove tecnologie e la ricerca applicata. In questo ambito la presenza dell’USI, ancor più della SUPSI con i servizi a lei collegati e di altri centri di ricerca, costituisce un presupposto di grande rilevanza e validità per riuscire a sostenere le imprese nei processi innovativi. E’ conseguentemente indispensabile che le loro prestazioni rientrino in un piano di capillare diffusione dell’innovazione.

 

Agire

La fondazione “Agire”, costituita appositamente per sostenere le aziende nell’innovazione, deve costituire un effettivo anello di congiunzione tra, da un lato, il mondo della ricerca applicata e del trasferimento di tecnologia e, dall’altro, le imprese.

 

Centro Promozione Start-up

Un ruolo prezioso è svolto dal “Centro Promozione start-up”, che incentiva e accompagna il varo di nuove iniziative innovative. E’ indispensabile valorizzarne il ruolo e rendere soprattutto accessibili, ai progetti più promettenti, i finanziamenti iniziali che consentono la pianificazione e l’avvio dell’attività.

 

Un disegno coerente

Migliorare la ripartizione dei ruoli e il coordinamento

 

L’apporto delle istituzioni sopra elencate, alle quali vanno anche aggiunti gli enti di sviluppo regionale istituiti nell’ambito della nuova politica regionale, appare incrinato, perlomeno osservandolo dalla nostra angolazione, da una suddivisione dei compiti e delle deleghe non sufficientemente chiara come pure da un coordinamento altrettanto sfuggente. Con l’istituzione della fondazione “Agire” si è in parte intaccato il ruolo di promozione economica che incombe al Dipartimento cantonale (la Sezione della promozione economica è stata abolita) senza con questo fare del nuovo ente un agente di autentico coordinamento. La costituzione di quest’ultimo ha pure indotto ad eliminare l’organismo che si occupava in precedenza di trasferimento di tecnologie senza che questa funzione risulti assorbita con identica intensità dalla fondazione “Agire”. Solleva qualche interrogativo anche il finanziamento di attività innovative operato da quest’ultima per il tramite di “Agire Invest SA” poiché il sostegno alla fase di avvio delle start-up (quella più critica ed effettivamente più a rischio) non risulta considerato adeguatamente, a vantaggio di forme di finanziamento, con partecipazione al capitale sociale, in attività già avviate.

Il Ticino dispone cioè di tutti gli ingredienti per un efficace sostegno all’innovazione ma si avvertono carenze e intoppi riconducibili ad un incompiuto disegno di ripartizione dei ruoli e di coordinamento. Occorre perciò verificare l’attuale costruzione e portarvi sollecitamente le necessarie correzioni e gli opportuni affinamenti.

 

 

Apporti aggiuntivi

Una proposta e una sollecitazione

 

Una cattedra per la creazione di imprese?

In considerazione della presenza in Ticino di iter formativi universitari nel campo delle tecnologie come pure della presenza di giovani ticinesi nelle università e nei politecnici d’oltre Gottardo che possono essere interessati ad avviare un’esperienza imprenditoriale, si auspica l’istituzione di una cattedra in materia di creazione d’impresa. I giovani che sono interessati o non escludono di avviare dopo gli studi un’attività in proprio avrebbero la possibilità di affinare il loro desiderio, approfondendo le implicazioni di una simile opzione dal profilo economico, legale, amministrativo. Disporrebbero cioè di elementi di valutazione più solidi per potere attuare una scelta ponderata. Nel caso in cui risulti confermata l’intenzione iniziale, potrebbero poi fare capo al servizio che sostiene le nuove iniziative imprenditoriali (Centro Promozione Start-up).

 

Il ruolo del settore bancario

Malgrado alcune iniziative interessanti, il mondo bancario non ha finora giocato un ruolo partecipe e propulsivo nel rafforzamento strutturale e nel progresso innovativo dell’industria. In questo ambito, la piazza finanziaria ticinese possiede un potenziale significativo che non ha messo adeguatamente a frutto poiché orientata prevalentemente alla gestione patrimoniale. Una maggiore attenzione verso l’industria è opportuna e può rivelarsi interessante per lo stesso settore bancario, chiamato ad una diversificazione dal prospettato calo di attività sul versante tradizionale.

 

 

Un impatto favorevole su salari e occupazione

Incrementare il dialogo sociale

 

Un innalzamento della capacità innovativa e conseguentemente della competitività pone premesse favorevoli per un graduale miglioramento delle retribuzioni. In prospettiva, conferisce pure una maggiore solidità ai posti di lavoro. Il tema dell’innovazione si intreccia perciò con quelli più direttamente sindacali di natura salariale e occupazionale.

Il necessario impulso innovativo è anche inscindibile da un intenso coinvolgimento del personale e delle sue rappresentanze, accompagnando l’obiettivo innovativo con piani di formazione continua che elevino costantemente le competenze dei dipendenti.

E’ pure indispensabile che questa traiettoria coinvolga le parti sociali stesse in una collaborazione più stretta dove sicurezza del lavoro, qualità dell’ambiente lavorativo, apertura al dialogo concorrano a sostenere gli sforzi di sviluppo dell’innovazione.

 

 

Muoversi all’unisono - Conclusione

 

Le più acute pressioni e difficoltà che gravano sull’industria cantonale impongono un’azione di innalzamento del livello innovativo del settore, che ne preservi la competitività spostando il baricentro sulla capacità innovativa più che sulle attività ad elevata intensità di lavoro.

 

L’OCST sollecita il Dipartimento competente, le istituzioni che possono fornire un supporto scientifico, le principali associazioni imprenditoriali ad un impegno comune di incentivazione e sostegno alle imprese affinché sappiano potenziare i prodotti, i processi lavorativi e i mercati di riferimento.

 

Questo obiettivo implica una più chiara distribuzione dei ruoli ed un più strutturato coordinamento di tutti gli enti che concorrono alla promozione economica ed all’incentivazione della capacità innovativa del tessuto produttivo cantonale. E’ tra l’altro un’esigenza che coinvolge l’azione a sostegno dell’intera economia cantonale, benché l’attenzione sia qui stata puntata sul solo settore industriale.

 

L’OCST ribadisce che un obiettivo tanto ambizioso è indissociabile da un valorizzato coinvolgimento del personale e da un rinvigorito dialogo tra le prati sociali. Invita perciò in particolare l’AITI ad un confronto approfondito attorno ai temi qui indicati.

 

L’OCST intende associare a questo impegno anche le commissioni del personale (o commissioni aziendali) affinché il rafforzamento dell’innovazione, al quale si agganciano obiettivi di consolidamento occupazionale e retributivo, sia oggetto di costante attenzione anche tra i lavoratori del settore.

 

 

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